“Il giornalista deve rendere la verità, quantomeno la verità
del momento” ha detto la Goracci durante la conferenza organizzata al chiostro
di San Francesco nell’ambito del festival marchigiano del giornalismo. Questa
affermazione di deontologia professionale esprime bene il ruolo che sta
assumendo la stampa occidentale, ma andrebbe ulteriormente precisato con l’aggiunta
"la verità conveniente e del politicamente
corretto del momento”. In tal modo
avrebbe chiarito al numeroso pubblico presente il suo lavoro di embedded durante
la guerra di Libia, quella guerra a cui Berlusconi è stato costretto
controvoglia, al pari di Obama, dalla “pruderie” neocolonialista francese e dallo
starnazzare del Pd di casa nostra, in particolare di Bersani.
venerdì 26 settembre 2014
Font D'Art
Un movimento per rivitalizzare il luogo (Fonte Magna + campetto dei frati) ... live music... dj set...esposizioni d'art...visual performance... spettacoli danza...artigianato artistico...food & drinks ... e andiamo!!!
LEspace-Est-A-/VOUS*
0. Oltrepassando le odierne (apparenti)
dicotomie Pubblico-Privato, Stato-Mercato, Politica-Economia ecc., quali sono i
reali fattori costitutivi del legame sociale? Quali sono i veri presupposti, le
pratiche concrete che presiedono a qualunque forma di istituzionalità
(“artificiale”,“contrattata” e comunque convenzionale:
la “norma”, il “denaro” ecc.)? Senza aver la pretesa di fornire definitive
risposte a tali enormi questioni, si può almeno dire che ogni logica di
istituzionalizzazione (pubblica o privata) risponde a un piano più
profondo dell’agire –ovvero, delle razionalità
e delle espressività individuali/collettive- che si situa alle radici di
ogni processo di socializzazione e, pertanto, di ogni sua possibile
normalizzazione in norme e convenzioni.
giovedì 25 settembre 2014
Sabato 27 manifestazione nazionale per la Palestina a Roma
L’aggressione Israeliana contro il popolo palestinese continua, dalla pulizia etnica del 1948, ai vari massacri di questi decenni, dal muro dell’apartheid, all’embargo illegale imposto alla striscia di Gaza e i sistematici omicidi mirati, per finire con il fallito tentativo di sterminio perpetuato in questi ultimi giorni sempre a Gaza causando più di 2000 morti ed oltre 10.000 ferite.
Il Coordinamento delle comunità palestinesi in Italia indice una manifestazione nazionale di solidarietà:
- per il diritto all’autodeterminazione e alla resistenza del popolo palestinese;
- per mettere fine all’occupazione militare israeliana;
- per la libertà di tutti i prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane;
- per la fine dell’embargo a Gaza e la riapertura dei valichi;
- per mettere fine alla costruzione degli insediamenti nei territori palestinesi;
- per il rispetto della legalità internazionale e l’applicazione delle risoluzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
- per uno stato democratico laico in Palestina con Gerusalemme capitale (come sancito da molte risoluzioni dell’Onu);
- l’attuazione del dritto al ritorno dei profughi palestinesi secondo la risoluzione 194 dell’Onu e la IV Convenzione di Ginevra.
Chiediamo a tutte le forze democratiche e progressiste di far sentire la loro voce contro ogni forma di accordi militari con Israele.
Chiediamo al Governo italiano e in qualità di presidente del “semestre” dell’UE di adoperarsi per il riconoscimento europeo dei legittimi diritti del popolo palestinese e mettere fine alle politiche di aggressione di Israele, utilizzando anche la pressione economica e commerciale su Israele.
Il coordinamento delle Comunità palestinesi in Italia chiede a tutte le forze politiche e sindacali e a tutti le associazioni e comitati che lavorano per la pace e la giustizia nel mondo di aderire alla nostra manifestazione inviando l’adesione al nostro indirizzo mail :comunitapalestineseitalia@hotmail.com
Coordinamento delle Comunità Palestinesi in Italia
lunedì 22 settembre 2014
lunedì 29 dicembre riunione sul Ttip
Ho gia` accennato al TTIP in questa
mailing-list... Riassumo ricordando che tale accordo
internazionale, di stampo
commerciale, prevede fra l'altro la chiamata in giudizio di
qualsiasi ente pubblico le cui delibere
possano in qualche modo essere considerate a
danno della societa` interessata
(multinazionale) sulla base della non aderenza ai
termini dell'accordo stesso.
Esempio...
Riusciamo finalmente a convincere il Comune
di Osimo e l'ATO3 delle Marche ad affidare la
gestione del servizio idrico integrato ad
un ente di diritto pubblico, anche come
conseguenza di quanto democraticamente
espresso dal popolo italiano nel referendum del
2011... Se una multinazionale dell'acqua con mire in Italia dovesse un
giorno
considerarsi danneggiata commercialmente da tale determinazione
istituzionale, che
evidentemente ne esclude i profitti nei propri territori in
quanto attivita`
privatistica, potrebbe
intentare
un
processo per
risarcimento danni contro i nostri enti
sulla base del TTIP; e a nulla varrebbe la portata democratica della nostra
determinazione, saremmo costretti a
farci carico del "risarcimento danni" per
mancati
potenziali profitti.
Per questo e per tanti
altri motivi il movimento per l'acqua sta organizzando
un'opposizione al TTIP ed il 29-09-2014
alle 21 attivisti oppositori dei nostri
territori, anche d'esperienza esterna al
movimento, s'incontreranno (c'incontreremo)
presso la sede dell'AMBASCIATA DEI DIRITTI, ad Ancona in via Urbino,
18 (si trova nella
zona fra la
stazione ferroviaria e piazza Ugo
Bassi).
Alberto Orioli
venerdì 19 settembre 2014
Sabra e Chatila
Per
capire le ragioni storiche dell'odio; per farlo capire ai pacifisti;
per far loro capire la differenza fra le sragioni "terrorismo" e le
ragioni della "resistenza/lotta armata" (e quindi, contestualmente,
perché l'ISIS è il giusto e perfetto prodotto terroristico del
terrorismo atlantico),allego il report di Robert Fisk -("THE
INDIPENDENT")decano dei giornalisti inglesi inviati all'estero,
soprattutto esperto di "questioni mediorientali"- , del 1982, riguardo
il massacro di Sabra e Shatila. Ricorre infatti oggi, 18/09,
l'anniversario della strage (con tanto di stupri, evirazioni e altre
atroci mutilazioni) compiutasi in quei luoghi intorno a Beirut. Mandanti
ed esecutori aguzzini furono il governo Israeliano (Ariel Sharon,
allora Ministro della difesa a Tel Aviv, fu
l'architetto dell'invasione del Libano),i loro alleati Falangisti
libanesi (tra i quali si "distinsero" particolarmente per zelo negli
stupri i "cristiano maroniti") e, naturalmente (nel quadro dell'allora
"guerra fredda"), gli USA dell'amministrazione Reagan.
L'articolo
allegato è una efficace illustrazione/descrizione -e insieme
stupendamente e stilisticamente bella per quanto possa confacersi tale
aggettivo all'oggetto della medesima illustrazione/descrizione- di ciò
che Fisk vide ed esperì direttamente sul luogo dell'eccidio.
Il massacro dimenticato
Il massacro dimenticato
venerdì 12 settembre 2014
Sta nascendo "Restiamo Umani"
Il comitato cittadino ispirato al motto di Vittorio Arrigoni “restiamo umani” incontra una prevedibile gestazione difficile, soprattutto per via del profilo che alcuni vorrebbero prevalentemente pacifista e volto ad iniziative umanitarie; ci siamo permessi di far notare come queste funzioni siano già più o meno ben svolte dai Cantieri di pace ai quali potrebbero aderire quanti condividono tale impostazione, senza fare inutili doppioni. Altri ritengono di dover limitare il raggio d’azione alla esclusiva solidarietà verso il popolo palestinese, oppure sono mossi dall’incombenza politica di dare corpo alla recente mozione passata in consiglio comunale, partita su decenti intenzioni ma poi svilita dagli emendamenti di marca Pd-Altra Osimo. La nostra proposta, in parte incontrandosi con quella emersa da alcuni esponenti del movimento 5 Stelle, rimane quella di dar vita ad uno strumento in grado di fare intervento sia rispetto alla questione palestinese che su altre gravi crisi ugualmente vicine, prime fra tutte l’Ucraina e la guerra in Iraq-Siria; guerre che hanno provocato spontaneamente discussioni e preoccupazioni nei precedenti due incontri, pur non essendo all’ordine del giorno, soprattutto in quanto vedono l’Italia, tanto per cambiare, pericolosamente allineata sulle posizioni Usa e già impegnata ad armare le parti "amiche".
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