Per
capire le ragioni storiche dell'odio; per farlo capire ai pacifisti;
per far loro capire la differenza fra le sragioni "terrorismo" e le
ragioni della "resistenza/lotta armata" (e quindi, contestualmente,
perché l'ISIS è il giusto e perfetto prodotto terroristico del
terrorismo atlantico),allego il report di Robert Fisk -("THE
INDIPENDENT")decano dei giornalisti inglesi inviati all'estero,
soprattutto esperto di "questioni mediorientali"- , del 1982, riguardo
il massacro di Sabra e Shatila. Ricorre infatti oggi, 18/09,
l'anniversario della strage (con tanto di stupri, evirazioni e altre
atroci mutilazioni) compiutasi in quei luoghi intorno a Beirut. Mandanti
ed esecutori aguzzini furono il governo Israeliano (Ariel Sharon,
allora Ministro della difesa a Tel Aviv, fu
l'architetto dell'invasione del Libano),i loro alleati Falangisti
libanesi (tra i quali si "distinsero" particolarmente per zelo negli
stupri i "cristiano maroniti") e, naturalmente (nel quadro dell'allora
"guerra fredda"), gli USA dell'amministrazione Reagan.
L'articolo
allegato è una efficace illustrazione/descrizione -e insieme
stupendamente e stilisticamente bella per quanto possa confacersi tale
aggettivo all'oggetto della medesima illustrazione/descrizione- di ciò
che Fisk vide ed esperì direttamente sul luogo dell'eccidio.
Il massacro dimenticato
Il massacro dimenticato
L'Isis in iraq non è terrorismo atlantico e non va valutato con gli stessi parametri della guerra civile siriana. C'è stato un innesto, in Iraq, tra gli jihadisti in rotta dai confini siriani e le componenti sunnite e baathiste che non hanno mai smesso la resistenza contro americanie iraniani,, rifiutando nel 2007 di entrare nei collaborazionisti Consigli del Risveglio. Non condividiamo i metodi dell'Isis, basati sulla pujlizia etnica, stessa pratica perpetuata dai curdi nelle zone riprese alle milizie islamiche grazie ai bombardamenti occidentali, ma l'opzione del califfato è storicamente spendibile. Non la appoggiamo ma è spendibile
RispondiEliminaEvidentemente non si vuole o non si riesce a capire quanto si è comunicato. Certo che l'ISIS "non è terrorismo atlantico", sic et simpliciter. Infatti si è scritto"prodotto terroristico del terrorismo atlantico".Ovvio che è una semplificazione con il rischio di banalizzazione. Eppure,si pensava di esser stati chiari, utilizzando quella semplicistica locuzione, volendo tentare di esplicitare, più che "semplicemente" alludere.,dinamiche, traiettorie e tendenze storiche e politiche ben determinate. Certo è una tesi, una chiave di lettura ciò che è stata condensata in quella frase, perciò e per giunta, è legittimamente opinabile.Pertanto va bene l'appunto a margine. Se vogliamo poi parlare dello specifico di questa specifica guerra facciamolo pure. è essa una delle forme di guerra postmoderna? è una provocazione della nuova forma di guerra come operazione di polizia per imporre/ristabilire un preciso ordine? è un' espressione della crisi del capitale mondiale,ovvero della crisi, nella capacità di gestione, del ceto capitalistico "global" ?rivediamoci i video di al-baghdadi con l'orologio svizzero al polso; i miliziani dal perfetto accento british londinese, i video di fattura "hollywoodiana", ecc. ecc. ....è davvero mera questione fra jihadisti, sciti, sunniti?c ome è gestita, infine, l'informazione sui reali soggetti in conflitto (ovvero come e perché -retorico interrogativo-, soprattutto i media mainstream italiani, occultano sistematicamente il ruolo primario del PKK (organizzazione dell'area turca inserita nella lista dei "terroristi"...) e della "cugina" organizzazione siriana nella lotta /resistenza armata contro il"califfato"?di contro si va sovrastimando e armaando i funzionali imbelli "peshmerga" (i "fino alla morte" di Barzani [mi pare...] , ossia i curdi iracheni che servivano a giustificare la "desert storm" di Bush senior... allora, parliamone
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