domani 17.30 presidio in piazza boccolino su jobs act e legge di stabilità
DOPO IL JOBS ACT ALTRE PORCATE
Il jobs act con la conseguente soppressione dell’art.
18 per i neo assunti si accompagna all’ennesima manovra liberista annunciata
dal governo Renzi, non eletto ma sempre
più deciso ad usare decreti legge e deleghe in bianco che accompagnano la
distruzione della democrazia formale alla distruzione dei diritti dei
lavoratori. Il tutto con la complicità del presidente Napolitano che usa la sua
carica al limite di un prolungato golpe bianco.
Con il cosiddetto
contratto a tutele crescenti si
precarizza anche il lavoro a tempo indeterminato, incentivando le aziende a
ricorrervi in cambio di sgravi fiscali e contributivi... tanto potranno
licenziare come vogliono! Il paradosso renziano sarebbe anche divertente
se ci fosse qualcosa
da ridere; dal momento che esistono lavoratori cui ancora sono garantiti
dei
diritti ed altri ai quali non viene applicato lo statuto dei lavoratori
(precari,
piccole aziende, parasubordinati…) per una giusta uguaglianza togliamoli
a tutti.
E’ facile scommessa
che mentre passa il licenziamento libero, il cambio riduttivo di mansioni (e stipendi), l’ennesimo blocco per altri tre anni dei contratti
statali non si vedrà traccia delle tutele crescenti, nè di forme di welfare
e reddito sganciate dal lavoro. Già la miseria degli 80 euri non è previsto sia estesa a pensionati ed autonomi, come
promesso, mentre sono prevedibili prossimi attacchi massicci alla cassa
integrazione.
La truffa del Tfr è
anche più bella. Il pinocchio fiorentino ci racconta che sono soldi messi in
busta ai lavoratori; in realtà saranno
comunque maggiormente tassati, quasi
il doppio, sia che rimangano in azienda o che incrementino le pensioni private,
come avveniva adesso, sia per la libera scelta del lavoratore, costretto dalla
tassazione o dalla necessità ad attingervi,
pagandoci così l’irpef e la possibile conseguente riduzione di sgravi nei
servizi.
L’annunciato taglio
dell’Irap di 4 ml alle regioni, oltre ai tagli dei fondi ai comuni ha già
provocato le proteste degli amministratori locali, ben consci che questi cadranno quasi interamente sulla sanità ed i servizi e potranno
vederli nel ruolo di esattori-strozzini aggiuntivi.
Prima di cambiare (in meglio) il welfare o le regole del
lavoro occorre estendere a tutti le
garanzie dello statuto dei lavoratori e, dove non potessero le piccole imprese,
deve farsene carico uno stato che curi gli interessi delle classi
popolari.
Il 25 ottobre occorre dare una grande risposta
di massa, pur denunciando le responsabilità della Cgil per aver appoggiato gran parte delle controriforme che ci hanno
portato a questa situazione, ma per preparare lo sciopero generale. Per occupare oltre alle fabbriche, le vie di
comunicazione ed i centri istituzionali che ci hanno privato della sovranità
popolare per metterci nelle mani della BCE, degli eurocrati di Bruxelles e dei
diktat tedeschi.
Partenze da Osimo maxipark ore 4.00 – Castelfidardo piazza
Marina ore 4.00 Loreto stazione 4.15
Lotta di Unità Proletaria Osimo
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RispondiEliminaCondivido.
RispondiEliminaE faccio presente a chi spera in un contratto a tempo indeterminato che dove avete scritto "si precarizza anche il lavoro a tempo determinato" intendevate "si precarizza anche il lavoro a tempo indeterminato". Infatti il sostanziale sabotaggio dell'articolo 18 rende il contratto a tempo indeterminato nient'altro che un'ennesima variante di lavoro precario.
Ciao.
ECONOMIA DELL'ESSENZIALE