Il dibattito di venerdì 19 é intitolato così per rendere l'abusato
termine "governance" in un italiano dove le fregature e le misure
antipopolari sono rese come tali e non edulcorate o asettiche come da
traduzioni inglesi sempre in bocca ai recenti premier e ministri. In un
interessante passaggio del libro di Cremaschi che verrà presentato nel
corso della serata si fa riferimento al governo di Solidarietà nazionale del
76, con cui il Pci tradusse la linea del compromesso storico, con
l'appoggio esterno ad Andreotti. C'erano in ballo le misure di
austerità, sull'onda lunga dello schok petrolifero, l'aumento delle
tasse, il taglio della scala mobile, taglio delle festività indennizzate
ecc.. tale connubbio continuerà fino al varo delle leggi di emergenza
per fronteggiare la "sovversione" politica ed il cosiddetto terrorismo.
Allora come oggi la crisi economica e sociale fu usata come opportunità
per ridefinire i processi di valorizzazione e le forme autoritarie del
comando fino a sospendere le libertà costituzionali (allora non si
arrivò a mettere tali misure in Costituzione, come il pareggio di
bilancio o a tentar di modificarla formalmente: lo si fece
materialmente). La crisi in cui siamo immersi, manifestatasi nel 2008,
non è un semplice prolungamento di quelle cicliche che abbiamo avuto dal
dopoguerra, usate sin dalla fine degli anni 70 per le ristrutturazioni
aziendali, dei cicli produttivi e per attaccare le precedenti conquiste
del movimento operaio; è una crisi strutturale sistemica che durerà
ancor anni se non decenni, una di quelle profonde causate dalla
sovrapproduzione assoluta di merci e, soprattutto, di capitali. Crisi in
cui le società occidentali, nel nostro caso le classi popolari dei
paesi sudeuropei, se non si ribelleranno, dovranno convivere con una
disoccupazione di massa, l'imposizione di misure liberiste, guerre forse
non sempre scaricabili ai confini periferici (vedi l'Ucraina) e forme
istituzionali a-democratiche, prive anche del consenso perverso che
possono avere le dittature. Questa nuovo esercizio di governo é privo di
una vera sovranità, spoliato dai poteri eurocratici, dal FMI, dalla BCE
di cui è passacarte; é senza rappresentanza, dato il sempre più esteso
Aventino popolare che si manifesata in astensione e calo dei consensi; é
oltretutto senza mandato degli elettori rimasti, almeno per gli ultimi
tre esecutivi nominati. Tuttavia non manca di strumenti normativi e
repressivi che stanno minando la democrazia parlamentare per come la
conoscevamo, stravolgendo la Costituzione nelle sue parti migliori e
soprattutto attaccando quelle pratiche e quelle componenti sociali che
producono resistenza e conflitto. Quindi il lavoro, i diritti e le
capacità organizzative ad esso collegati, con i lavoratori da ricondurre
a mere variabili del capitale; da quei governi di solidarietà
nazionale, fino alle larghe intese odierne, sfondare sul terreno delle
conquiste operaie significa poi imporre ed universalizzare un modello di
produzione-gestione della crisi ed azzeramento del conflitto all'intera
società. Quindi i bisogni e le pratiche di riappropriazione ad essi
collegati, soprattutto quando questi si emancipano dalla sfera
assistensiale, caritatevole-paternalistica e tendono ad esprimere una
irriducibilità alle categorie sociologiche, (i poveri, le povertà) per
rivendicare una autonoma soggettività politica. Nel jobs Act e
nell'ignobile Piano Casa, sono ben riconoscibili tali strumenti.
Giorgio Cremaschi,
già leader del movimento No debito e Ross@, rappresenta un pezzo della
storia del sindacalismo italiano, come ben ci ricorda l'ultimo suo libro
"lavoratori come farfalle" che presenteremo nel corso della serata ed è
senz'altro titolato a parlare delle lotte dei lavoratori che - ci
ricorda - in questo trentennio di devastazione liberista sono sempre
riemerse, malgrado le sconfitte ed il declino dei sindacati confederali.
Silvana
Pazzagli ha contribuito a dar vita all'esperienza Casa de Nialtri,
laboratorio-comunità che ha raccolto le necessità dei senza tetto di
Ancona, sia italiani che immigrati, promuovendo un percorso di
autogestione per tanti esclusi che hanno ritrovato protagonismo e
dimensione collettiva; una prima esperienza si è scontrata con l'ottusa
chiusura della giunta comunale, una seconda è tutt'ora in corso avendo
come referente l'ente regionale.
Salvatore Amura interviene come
portavoce del Comitato Disoccupati e Disagiati, individui e Famiglie di
Osimo con gravi problemi per la perdita del lavoro, per il rischio di
sfratti imminenti o distacchi di utenze per morosità; malgrado
condizioni economiche per molti al limite della indigenza questi
cittadini hanno saputo porsi come soggetto collettivo ed
autoorganizzato, presentando anche soluzioni praticabili
all'amministrazione, come la costituzione di una cooperativa per lavori
che potrebbero essere assegnati in ausilio alle società partecipate, come la
dilazione delle bollette per una erogazione ridotta ma garantita
nell'essenziale.
Disoccupati, lavoratori, occupanti, immigrati, le
molteplici figure del lavoro precario o parasubordinato producono
conflitto spesso non comunicante, a volte persino in contrapposizione
reciproca, come nei tanti casi in cui si manifestano guerre tra poveri
approfondite da chi ci soffia sopra o anche da chi cavalca le divisioni
con falso buonismo, magari allo scopo di aumentare i ricatti lavorativi,
innescare bombe sociali o semplicemente lucrarci sopra come si è visto a
con mafia capitale. Dal pacchetto Treu, alle leggi sull'immigrazione,
dal morbo D'Antona-Biagi-Ichino fino al jobs act si è perseguita una frantumazione della forza lavoro, una convivenza civile in bilico tra
emergenze forzate ed integrazione altrettanto forzate. Il corpo sociale e
lavorativo è stato messo in contrapposizioni strumentali ma che hanno
finito, spesso per esser rese effettivamente confliggenti. I fatti di
Tor sapienza e quelli del Corvetto possono avere una base popolare
comune, possono venir spiegati con analoghe categorie sociologiche ma in
un caso vince la gestione reazionaria della crisi (anche se si uscisse
dall'euro) nell'altro si esplicita un percorso di ricomposizione di
classe, con il quartiere e gli studenti in difesa degli sgomberati. Ma
la necessaria ricomposizione difficilmente può avvenire sul terreno
rivendicativo dei bisogni e degli interessi materiali o delle lotte per quanto radicali,
proprio per le divisioni indotte dal governo/crisi; questi potevano
essere base di partenza quando c'era un soggetto lavoratore trainato da
settori maggioritari omogenei, oggi crediamo che debba necessariamente
darsi sul terreno politico e per questo i conflitti dovrebbero
alimentarsi come vasi comunicanti, non ristagnare negli argini dei
propri obbiettivi parziali. Questo è anche il senso di un incontro tra
protagonisti così eterogenei
Sentiremo in merito anche le proposte del
Movimento 5 Stelle con David Monticelli, consigliere d'opposizione che
sostiene col suo movimento progetti come il Social housing, oltre ad
aver avviato la raccolta firme per la campagna "Fuori dall'Euro",
finalizzata al referendum e di Fabio Pasquinelli, dell'Altra Osimo con la
Sinistra, detentore della delega al lavoro in Giunta. Li sentiremo
soprattutto su quanto possono ancora le amministrazioni locali strette
dai vincoli dei patti di stabilità (in osimano "tagli"), ricadute locali
delle varie spending review (in italiano "tagli") conseguenti alle
politiche di austerità imposte dalla Troika
Andrea
Soprani, combattivo sindacalista della Fiom con il quale abbiamo
sostenuto dure bataglie contro le delocalizzazioni ed i licenziamenti
moltiplicati nei nostri territori presenterà l'ultima pubblicazione di Cremaschi.
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