Pur chi non fosse un ammiratore sfegatato di Battiato artista dovrebbe riconoscergli valore estetico, non avulso da un certo snobismo e proprietà di linguaggio; più complesso pronunciarsi sulle sue idee politiche un tempo vicine al vecchio partito radicale e, prima del fattaccio, prestate all’ingrato compito di portare un po’ di lustro al Pd quale assessore alla cultura.
Queste sue scelte non le abbiamo certo condivise mentre ne ricordiamo altre coraggiose come quando tenne un suo concerto a Baghdad, in solidarietà con il popolo iracheno sottoposto ad embargo in seguito alla guerra del golfo. Il linguaggio – dicevamo - spesso raffinato ed infarcito di citazioni colte, questa volta sarebbe inciampato sulle scivolose declinazioni del politicamente corretto. In realtà Battiato ha detto una cosa pensata dal 90% degli italiani, definendo fuor di metafora delle troie quei parlamentari che cambiano casacca e tradiscono i propri elettori. D’altronde il linguaggio di costoro ci ha abituato da tempo a ben altri epiteti e volgarità, urlati nei vari talk show alla stregua di venditori di pentole. Si potrebbe fare le pulci sulla opportunità dell’espressione proferita in un simile contesto, avendo l’esercizio del meretricio una certa utilità sociale, a differenza dei politici in questione, tuttavia il nostro ci aveva già abituato a metafore ardite; ne ricordiamo una riferita agli anni cosiddetti di piombo nei quali “anche le galline si mettevano a sparare” ; anche non condividendola se ne coglie un surrealismo un po’ barocco degno del miglior Bersani. Sui parlamentari che si vendono ci è andato asciutto e sobrio e non si capisce cosa ci sia da ridire (a parte la coda di paglia della Santanchè) se non per un inatteso spirito di corpo. Esilarante pensare che tale constatazione gettava discredito sulle istituzioni, come se fosse stato possibile screditarle ulteriormente dopo la penosa figuraccia consumata proprio in quelle ore nei confronti dell’India, per la vicenda dei marò. Vicenda che non ha visto la ferma indignazione dei presidenti di camera e senato, così solerti nel biasimare l’onta disdicevole di veder accostare gli Scilipoti o i De Gregorio alla prostituzione. Potevamo capire una vibrata protesta di qualche sindacato delle lavoratrici del sesso, avendo motivo di sentirsi diffamati dal disinvolto accostamento ma da Grasso, Boldrini e Crocetta era lecito aspettarsi una più meritoria professione di bigottismo. Caro Franco, non ti meritano… ed un’altra volta prima di dire una cazzata pensaci bene: non dire più si al Pd
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