lupo

lunedì 26 maggio 2014

A botta calda


Il risultato delle europee conferma innanzitutto l’estrema volubilità dell’elettorato italiano, oltre che la tendenza ad un elevato astensionismo. Tuttavia la rilevanza che è stata attribuita a queste consultazioni dalle principali forze in competizione sulle politiche nazionali ha finito per limitare anche la legittima fuga dal voto (che comunque riguarda un 43% dei cittadini).
Ci aspettavamo una affermazione del Pd di Renzi ma in una sorta di testa a testa con  Grillo che invece è stato doppiato e, pur restando saldamente il secondo partito, rischia adesso un tracollo altrettanto rapido della inaspettata ascesa; quantomeno se non cambia pelle e sostanza.
Riteniamo che non abbia pagato il “Ni” sull’Europa, le sparate su tante questioni incongruenti e l’ambiguità su temi essenziali, perseverata nella illusione di un’allucinata autosufficienza da raggiungere pescando a destra e a sinistra. La parodia dell’abbraccio di Benigni a Berlinguer , pur con le parti invertite tra comico e politico, non ci suggeriva soltanto  la questione morale ma l’ombrello protettivo della Nato … e con la guerra civile che monta in Ucraina c’è poco da ridere.
Non sappiamo se una posizione dichiaratamente antieuro avrebbe limitato i danni, certamente tale posizione ha premiato la Lega e la rozza quanto chiara comunicazione del suo segretario. La carenza di progetto politico organico su Europa, possibili alleanze,  politiche sociali,  reperimento delle risorse,  modello di partito, risolte da Vespa con le consuete pose istrioniche del leader, non hanno stavolta catturato il potenziale di rivolta del paese. Gli italiani alle prese con disoccupazione  e povertà crescenti ne hanno le scatole piene di “tutti a casa”, finanziamento pubblico, processi e referendum on line, carenza di programmi da risolvere consultando la rete. Ora le teste d’uovo dei M5S devono scegliere se ancorarsi  ancora su queste scemenze, magari replicando la parabola di Di Pietro, oppure diventare un partito vero, posizionarsi rispetto alla questione di classe, chiamare allo scontro sociale, smettendola di evitare mobilitazioni e cortei come fossero la peste. Devono scegliere se continuare a fare da ombrello o da accendino ai conflitti.
Renzi ha rappresentato compiutamente il blocco sociale ancora garantito, oltre agli impauriti dal terrorismo mediatico pro-Europa. In Italia non siamo arrivati ancora al punto di rottura della corda tesa e pensare oggi a referendum sull’Euro può servire solo a chi in cuor suo spera di perderlo. Siamo certi che la musica cambierà tra poco tempo; ci sentiamo di prevedere una parabola per Renzi simile a quella di Monti e  dei tanti uomini della provvidenza così cari al genio italico. Prevediamo anche che approfitterà della grande quanto effimera investitura per portare a fondo le controriforme istituzionali liberticide e l’attacco alle residue tutele sociali, magari la scala mobile, agitando la carota ed impugnando il bastone come ha già fatto con il job’s act ed il piano casa. Non crediamo invece che scalfirà (come annunciato) la sua base sociale eurista, a cominciare dal pubblico impiego.
La lista Tsipras italiana, eurista e filo atlantica, ha raggiunto il quorum per il rotto della cuffia e questo lascia più che mai campo aperto all’urgenza di costruire una forza sovranista di sinistra, confermandosi fondamentalmente un crescente sentimento antieuropeo catalizzato - per ora - soltanto dalle destre; infatti i cosiddetti euroscettici si sono affermati  in molti paesi, insieme al calo dei socialisti, come esemplificato dal caso francese. Il gruppo socialista europeo ne esce con le ossa abbastanza rotte, a parte l’eccezione italiana e la tenuta tedesca e questo renderà più difficilmente governabili le istituzioni europee, soprattutto sembra certo che il vecchio asse franco-tedesco lascerà il posto ad un terreno di scontro vista la tenuta della Merkel e della sua linea di austerità, il tonfo di Hollande e l’affermazione della le Pen. Neanche tra le forze populiste di destra e tra quelle critiche di sinistra si vede la possibilità di convergenze in tempi brevi  al fine di organizzare una efficace opposizione, con Vendola pronto a rilanciare l’”interlocuzione” con i socialisti in Europa e con Renzi in Italia.
Intanto sabato e domenica prossima, parteciperemo ai lavori di Chianciano per la terza assemblea della sinistra sovranista contro l’Euro; la forza che mancava a queste elezioni per una risposta popolare ai veri populismi, quelli degli imbonitori al soldo delle oligarchie europee.

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