A Genni ‘a Carogna’ dovevano dare il cavalierato,
meritevole più di Berlusconi, perché (in parte inconsapevolmente) ha evitato un
altro Heysel… ma lo stato italiano si ricorda dell’esercizio della sovranità
per ringraziarlo con 5 anni di Daspo. Comprendiamo
i familiari di Raciti ma quella t-shirt ce l’hanno tutte le curve di opposta
iconografia e c’è in ballo una revisione del processo che ha sancito la condanna di Speziale. L’indignato presidente Napolitano
che esterna contro “chi tratta con i facinorosi” si è ben guardato dal testimoniare al processo per la trattativa
stato-mafia che poteva vederlo imputato. La prossima volta un capo tifoso ci
penserà bene prima di provare a calmare le acque. E le acque sembrano molto torbide, vista la
dinamica e le reticenze (soprattutto delle forze dell’ordine), le frettolose perizie
accertate e le quasi contemporanee smentite sull’assalto al pullman dei tifosi napoletani
con la successiva sparatoria. In tempi stretti di campagna elettorale ci sta
tutto, si concentra la monnezza che da
decenni scarichiamo in Campania, prima che in Somalia. La monnezza di uno stato,
esautorato di quasi tutti i poteri, a
cui si lascia ormai soltanto la gestione degli Ultras e dell’ordine pubblico e che
quando ha margini di manovra dai poteri eurocratici
li usa
per prendere ferocemente a calci
chi mette in dubbio il suo residuo esercizio della sovranità. Fosse pure
per salvare delle vite (presumibilmente tante, vista la situazione)… fosse pure
per ridare allo sport il suo profondo ed arcaico senso di esorcismo della
guerra -dalle olimpiadi alla diplomazia del ping-pong - cosa che non fa la
politica, che è notoriamente la continuazione della guerra.
La prossima guerra dei politici, esautorati dai poteri governativi ma non da quelli repressivi, sarà fondamentalmente contro i loro popoli e quindi si rende necessario controllare anche le forme della autorganizzazione sociale di cui fa parte l’universo Ultras. Noi sostenemmo la piazzata del “compagno” Ivan Bogdanov a Marassi che fece saltare la partita della Nazionale con la Serbia, perché dietro quella scelta c’era l’opposizione alla cessione del Kosovo in cambio dell’ingresso nell’U.E. Ma oggi non siamo alla geopolitica, siamo di fronte ad un atto di responsabilità, non tanto di Gennaro De Tommaso ma della tifoseria organizzata del Napoli che ha saputo mantenere nervi saldi di fronte a provocatori, anche istituzionali, che ancora perseverano. Le forze di opposizione non si prestino alla facile retorica sovranista che rimanda oramai al solo monopolio della violenza e considerino che per realizzare trasformazioni antisistemiche servono masse d’urto che non hanno e non vogliono avere i partiti leggeri, anch’essi sistemici per quanto contestatari più o meno a vanvera. Berlusconi c’è andato molto cauto e ruffiano. Grillo molto incauto.
La prossima guerra dei politici, esautorati dai poteri governativi ma non da quelli repressivi, sarà fondamentalmente contro i loro popoli e quindi si rende necessario controllare anche le forme della autorganizzazione sociale di cui fa parte l’universo Ultras. Noi sostenemmo la piazzata del “compagno” Ivan Bogdanov a Marassi che fece saltare la partita della Nazionale con la Serbia, perché dietro quella scelta c’era l’opposizione alla cessione del Kosovo in cambio dell’ingresso nell’U.E. Ma oggi non siamo alla geopolitica, siamo di fronte ad un atto di responsabilità, non tanto di Gennaro De Tommaso ma della tifoseria organizzata del Napoli che ha saputo mantenere nervi saldi di fronte a provocatori, anche istituzionali, che ancora perseverano. Le forze di opposizione non si prestino alla facile retorica sovranista che rimanda oramai al solo monopolio della violenza e considerino che per realizzare trasformazioni antisistemiche servono masse d’urto che non hanno e non vogliono avere i partiti leggeri, anch’essi sistemici per quanto contestatari più o meno a vanvera. Berlusconi c’è andato molto cauto e ruffiano. Grillo molto incauto.
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