lupo

martedì 6 maggio 2014

A' Carogna e a' monnezza


 
 
A  Genni  ‘a Carogna’ dovevano dare il cavalierato, meritevole più di Berlusconi, perché (in parte inconsapevolmente) ha evitato un altro Heysel… ma lo stato italiano si ricorda dell’esercizio della sovranità per ringraziarlo con 5 anni di Daspo.  Comprendiamo i familiari di Raciti ma quella t-shirt ce l’hanno tutte le curve di opposta iconografia e c’è in ballo una revisione del processo  che ha sancito la condanna di  Speziale. L’indignato presidente Napolitano che esterna contro “chi tratta con i facinorosi” si è ben guardato dal  testimoniare al processo per la trattativa stato-mafia che poteva vederlo imputato. La prossima volta un capo tifoso ci penserà bene prima di provare a calmare le acque.  E le acque sembrano molto torbide, vista la dinamica e le reticenze (soprattutto delle forze dell’ordine), le frettolose perizie accertate e le quasi contemporanee smentite sull’assalto al pullman dei tifosi napoletani con la successiva sparatoria. In tempi stretti di campagna elettorale ci sta tutto, si concentra la monnezza  che da decenni scarichiamo in Campania, prima che in Somalia. La monnezza di uno stato, esautorato di  quasi tutti i poteri, a cui si lascia ormai soltanto la gestione degli Ultras e dell’ordine pubblico e che quando ha margini di manovra dai poteri eurocratici  li usa  per prendere ferocemente a calci  chi mette in dubbio il suo residuo esercizio della sovranità. Fosse pure per salvare delle vite (presumibilmente tante, vista la situazione)… fosse pure per ridare allo sport il suo profondo ed arcaico senso di esorcismo della guerra -dalle olimpiadi alla diplomazia del ping-pong - cosa che non fa la politica, che è notoriamente la continuazione della guerra.
La prossima guerra dei politici, esautorati dai poteri governativi ma non da quelli repressivi, sarà fondamentalmente contro i loro popoli e quindi si rende necessario controllare anche le forme della autorganizzazione sociale di cui fa parte l’universo Ultras. Noi sostenemmo la piazzata del “compagno” Ivan Bogdanov a Marassi che fece saltare la partita della Nazionale con la Serbia, perché dietro quella scelta c’era l’opposizione alla cessione del Kosovo  in cambio dell’ingresso nell’U.E.  Ma oggi non siamo alla geopolitica, siamo di fronte ad un atto di responsabilità,  non tanto di Gennaro De Tommaso  ma della tifoseria organizzata del Napoli che ha saputo mantenere  nervi saldi di fronte a provocatori, anche istituzionali, che ancora perseverano. Le forze di opposizione non si prestino alla facile retorica sovranista che rimanda oramai al solo monopolio della violenza e considerino che per realizzare trasformazioni antisistemiche servono masse d’urto che non hanno  e non vogliono avere i  partiti leggeri, anch’essi sistemici per quanto contestatari più o meno a vanvera. Berlusconi c’è andato molto cauto e ruffiano. Grillo molto incauto.


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