I mezzi di informazione e le forze politiche di regime stanno mettendo in risalto soltanto la cagnara provocata dal sacrosanto ostruzionismo del Movimento 5 stelle al fine di oscurare gli ultimi provvedimenti del governo, sul terreno democratico ed economico, che esautorano ulteriormente la sovranità popolare. Non ci provocano nessuna avversione le forme vivaci ed in parte dure delle proteste di fronte a questa ennesima esibizione di squallido servilismodell’arco parlamentare, comprese le finte opposizioni; semmai ci provoca repulsione sentire intonare ‘bella ciao’ dai lestofanti che oggi vogliono vendere il paese mentre fanno asse con i tedeschi. Invece dal movimento di Grillo ci aspettiamo un salto di qualità: basta parlare di pompini e scontrini e basta confinare l’intervento nei postriboli parlamentari; occorre portare il popolo allo scontro, nelle piazze, percorrere e dirigere il conflitto nel paese. Un movimento ascendente se teme di convocare e dirigere la piazza, al momento buono, merita da questa di essere travolto o rischia di aprire alle svolte reazionarie. Il ruolo di cattivi e guastatori nel palazzo serve solo se viene agito come scranno propagandistico ma poi, per reggere l’urto nel paese, servono i quadri e le strutture militanti. Non si spazza via la casta soltanto prendendosela con la sua patetica rappresentanza ma sconfiggendo il suo sempre più minoritario blocco sociale nel paese.
venerdì 31 gennaio 2014
martedì 28 gennaio 2014
Roal chiama Electrolux
La Electrolux propone la drastica riduzione dello stipendio già scarso dei lavoratori per mantenere in Italia i siti produttivi, altrimenti minaccia di delocalizzare in Polonia. Il ricatto, messo in forma brutale ma chiara, deve aprire gli occhi a quegli operai e sindacati che ancora sperano nella ripresa o negli investimenti stranieri per mantenere uno straccio di reddito o di lavoro. Il lavoro potremo conservarlo se ci adatteremo a stipendi polacchi oggi, moldavi domani, sub-sahariani dopodomani. Gli ammortizzatori sociali non dureranno all’infinito e per gli esuberi della Roal siamo già passati alla mobilità. Non se ne esce né con stipendi sotto la soglia di sopravvivenza né con sussidi all’infinito. Occorrono forti misure protezionistiche che tutelino le produzioni nazionali e ne garantiscano sbocchi di mercato. Misure che stimolino forme di autogestione operaia sostenute da forti investimenti pubblici.
lunedì 27 gennaio 2014
Dibattito pubblico con Ugo Mattei
Venerdì 31 gennaio 2014, ore 21.30 INCONTRO CON UGO MATTEI “DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E BENI COMUNI”
Casa delle Culture di Ancona, via Vallemiano 46 “Democrazia partecipativa e beni comuni”: su questo tema centrale della politica contemporanea, locale e nazionale, interverrà alla Casa delle Culture di Ancona uno dei massimi esperti in materia a livello internazionale, il professor Ugo Mattei. Docente di diritto civile all'Università di Torino e di diritto internazionale e comparato all'Università della California, nonché Presidente dell’azienda speciale Acqua Bene Comune Napoli, Ugo Mattei è salito agli onori delle cronache nel 2011, come estensore e promotore, assieme ad altri insigni giuristi, dei vittoriosi quesiti referendari sull’acqua pubblica.
venerdì 24 gennaio 2014
Sciopero Roal
La vicenda della Roal di Castelfidardo è uno dei tanti esempi di acquisizione da parte di aziende straniere per scappare col bottino. L’azienda negli ultimi 5 anni ha avuto un fatturato tra i 30 ed i 40 milioni di euro, un marchio riconosciuto in tutto il mondo, reparti di produzione anche in Tunisia ed uffici vendite in America ed Europa. Eppure la finlandese Efore l’ha acquisita per soli 10mln di euro e non per intero; degli asset e dello stabilimento di Castelfidardo se n’è disinteressata. Non solo, di questi 10mln il 40% sono stati pagati in azioni. Efore è una società quotata in borsa che l’anno scorso ha fatturato 80mln di euro ma quest’anno sarebbe precipitata a 50mln di euro, se non fosse che con l’acquisizione della Roal ha messo a bilancio anche il fatturato italiano superiore ai 30mln di euro risultando così con un fatturato sostanzialmente stabile, molto importante per gli azionisti dell’azienda finlandese.
Il sospetto che sia solo una operazione finanziaria, che nell’era della globalizzazione e del libero mercato capitalista vanno tanto di moda ed hanno e stanno causando disastri immani, è forte. Il sospetto che sia un’operazione che tende ad appropriarsi del marchio Roal e delle tecnologie per sbarazzarsi dei lavoratori è altrettanto fondato.
Picchetti alla Roal
Si è svolto con una buona partecipazione e malgrado la pioggia il picchetto davanti ai cancelli della Roal durante lo sciopero indetto contro i provvedimenti di messa in mobilità dei lavoratori “esuberanti”, saliti a 51. Bloccati i cancelli all’ingresso di automezzi e vetture, consentendo ai pochi dipendenti ancora illusi di entrare a piedi. Striscioni contro le delocalizzazioni e la macelleria sociale sono stati esposti lungo la trafficata via di jesi. Nel pomeriggio si è tenuta, sempre fuori la fabbrica, un’assemblea sindacale dove si è concordata la presenza di una delegazione in sede regionale per martedì prossimo, alla presentazione di una interrogazione dei consiglieri Pdci Bucciarelli e Pieroni di Alleanza Riformista. Lunedì è invece fissato il nuovo incontro tra le parti in Confindustria, all’Aspio; contemporaneamente i lavoratori indicati per la mobilità faranno partire un presidio ad oltranza a ridosso dello stabilimento per il quale è stato garantito dal sindaco Soprani l’appoggio logistico del comune di Castelfidardo (forse questo è l’unico vantaggio di aver passato la proprietà ai finlandesi). Nei lavoratori prevale l’amara consapevolezza che la strategia aziendale, in mancanza di ogni progetto di piano industriale, punta ad una drastica riduzione del personale come preludio a definitive dismissioni, con buona pace del (salto di) paradigma Renziano per cui l’impresa crea lavoro. L’impresa da sempre non produce ma si appropria del lavoro sociale, ma oggi da noi crea disoccupazione di massa per appropriarsene dove costa meno, figuriamoci poi quelle rilevate da capitale straniero. Quei lavoratori ed impiegati che non hanno scioperato rimuovono questa semplice verità, illudendosi che facendo il proprio dovere, cioè desolidarizzando con i colleghi e facendo i crumiri, i capi del personale faranno menzioni di merito ed i padroni saranno riconoscenti, mentre invece prendono la rincorsa per il prossimo calcio in culo. Ci appelliamo perché chiunque abbia la possibilità appoggi i presidi di lotta in questa e nelle altre fabbriche prossime a licenziamenti e chiusura, di cui si ha notizia a cadenza ormai quotidiana.
L.U.P.O.
L.U.P.O.
giovedì 23 gennaio 2014
La guerra (tra poveri) di Valeria
Quantomeno l’iniziativa dei senzatetto che hanno occupato l’ex scuola in disuso di via Ragusa ha costretto l’amministrazione di Ancona ad annunciare, con una inconsueta accelerazione sui tempi, la messa in sicurezza dei locali promettendo di farne un centro diurno per disabili. La giunta a guida Pd sta cercando affannosamente di contrapporre soggetti sociali portatori di urgenti istanze, cui sinora s’era data risposta inadeguata, per trovare il pretesto di un’azione di forza ampiamente impopolare, vista la solidarietà cittadina mostrata ad immigrati ed italiani costretti a vivere per la strada che hanno deciso di riprendersi i propri diritti e la propria dignità. Evidentemente per l’ineffabile sindaco questi diritti non possono essere garantiti a tutti in egual misura, men che meno a chi se li conquista con la lotta e con pratiche di autogestione che vanno a coprire le carenze delle politiche sociali. Forse è proprio questo che lascia tanto livore: c’è la manifesta volontà di stroncare un percorso che può dare cattivo esempio, che non rientra nell’assistenzialismo paternalistico e clientelare che piacerebbe all’amministrazione.
mercoledì 22 gennaio 2014
Per la costituzione di un polo sovranista di sinistra
ECCO LA SINISTRA SOVRANISTA!
di Comitato Promotore Convegno di Chianciano
La riunione si svolgerà a Firenze, domenica 2 febbraio alle ore 10:00, presso la ex Scuola E. Morante, Via Giampaolo Orsini 44.*
«Siamo molto soddisfatti per il buon esito del Convegno “Oltre l’euro. La sinistra, la crisi, l’alternativa” svoltosi a Chianciano Terme l’11-12 gennaio, non solo per il numero dei partecipanti, anche per la qualità dei contributi dei relatori e per il funzionamento dell’organizzazione dell’incontro.
lunedì 20 gennaio 2014
Rompere l'incanto neoliberale, l'Europa terreno di lotta
Rompere l’incanto neoliberale: Europa, terreno di lotta
di TONI NEGRI E SANDRO MEZZADRA
Chi come noi non ha interessi elettorali è nella migliore posizione per riconoscere la grande importanza che avranno, nel 2014, le elezioni per il parlamento europeo. E’ facile prevedere, nella maggior parte dei Paesi interessati, un elevato astensionismo e una significativa affermazione di forze “euroscettiche”, unite dalla retorica del ritorno alla “sovranità nazionale”, dall’ostilità all’euro e ai “tecnocrati di Bruxelles”. Non sono buone cose, per noi. Siamo da tempo convinti che l’Europa ci sia, che tanto sotto il profilo normativo quanto sotto quello dell’azione governamentale e capitalistica l’integrazione abbia ormai varcato la soglia dell’irreversibilità. Nella crisi, un generale riallineamento dei poteri – attorno alla centralità della BCE e a quel che viene definito “federalismo esecutivo” – ha certo modificato la direzione del processo di integrazione, ma non ne ha posto in discussione la continuità. La stessa moneta unica appare oggi consolidata dalla prospettiva dell’Unione bancaria: contestare la violenza con cui essa esprime il comando capitalistico è necessario, immaginare un ritorno alle monete nazionali significa non capire qual è oggi il terreno su cui si gioca lo scontro di classe.
di TONI NEGRI E SANDRO MEZZADRA
Chi come noi non ha interessi elettorali è nella migliore posizione per riconoscere la grande importanza che avranno, nel 2014, le elezioni per il parlamento europeo. E’ facile prevedere, nella maggior parte dei Paesi interessati, un elevato astensionismo e una significativa affermazione di forze “euroscettiche”, unite dalla retorica del ritorno alla “sovranità nazionale”, dall’ostilità all’euro e ai “tecnocrati di Bruxelles”. Non sono buone cose, per noi. Siamo da tempo convinti che l’Europa ci sia, che tanto sotto il profilo normativo quanto sotto quello dell’azione governamentale e capitalistica l’integrazione abbia ormai varcato la soglia dell’irreversibilità. Nella crisi, un generale riallineamento dei poteri – attorno alla centralità della BCE e a quel che viene definito “federalismo esecutivo” – ha certo modificato la direzione del processo di integrazione, ma non ne ha posto in discussione la continuità. La stessa moneta unica appare oggi consolidata dalla prospettiva dell’Unione bancaria: contestare la violenza con cui essa esprime il comando capitalistico è necessario, immaginare un ritorno alle monete nazionali significa non capire qual è oggi il terreno su cui si gioca lo scontro di classe.
Sono
240.000 i bambini, i giovani e meno giovani che studiano Musica in
Venezuela grazie ad un sistema orchestrale inventato esattamente 30 anni
fa dal Maestro Josè Antonio Abreu. Anche i meno…
01:06:58
Aggiunto il 29/06/2013
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L’Associazione Nazionale di Amicizia
Italia-Cuba partecipa al cordoglio per la scomparsa del Maestro
Claudio Abbado.
Essendo stato direttore stabile delle più
prestigiose orchestre del mondo (Filarmonica di Berlino,
Filarmonica di Vienna, Orchestra del Teatro alla Scala di
Milano, ecc.), Claudio Abbado può essere considerato tra i più
grandi direttori d’orchestra degli ultimi cinquant’anni.
La sua capacità di coprire musicalmente
l’arco di tempo che va dalla musica medievale alla musica
contemporanea è stata una delle doti che ben pochi direttori
d’orchestra possono vantare.
Ha saputo portare la musica “colta” alla
portata di tutti, ma soprattutto nella sua instancabile attività
ha contribuito alla creazione di orchestre di giovani in Europa
e in America Latina.
Come è successo poco tempo fa con la
scomparsa di Mandela, credo che nessun quotidiano o canale
televisivo accenni alla grande ammirazione che Claudio Abbado
nutriva per un uomo come Fidel Castro e per quello che ha saputo
fare in campo culturale la Rivoluzione cubana.
Abbado ha diretto a Caracas e a La Habana molte volte e sempre ha
riscosso un enorme successo.
Per ricordarlo vi diamo l’indicazione di un
interessante video in cui Abbado parla della sua attività in
Venezuela.
Sergio Marinoni
domenica 19 gennaio 2014
Il Marchionnum della corporazione delle parti sociali
Il Marchionnum della corporazione delle parti sociali
di Giorgio Cremaschi
Il regolamento applicativo dell'accordo sulla rappresentanza sindacale ha provocato in pieno congresso il big bang nel gruppo dirigente della CGIL.
Dopo anni di contrapposizione tra gruppo dirigente della FIOM e gruppo dirigente confederale si era siglata la pace con il documento congressuale sottoscritto sia da Susanna Camusso sia da Maurizio Landini. Solo la piccola minoranza del documento alternativo "Il sindacato è un'altra cosa" si era opposta.
Ora Maurizio Landini definisce come incostituzionale l'intesa che trasforma quell'accordo in regole cogenti e aggiunge che così il modello dell'accordo separato di Pomigliano viene esteso a tutti. Ha ragione, potremmo chiamare Marchionnum le nuove regole sulla rappresentanza sindacale, ma tutti i principi che hanno portato a questa conclusione erano già contenuti nell'intesa del 31 maggio e in quella precedente del 28 giugno 2011, intese assunte ed approvate dal documento congressuale di maggioranza.
Il congresso della CGIL deflagra così a seguito dell'intesa firmata il 10 gennaio ed è giusto, perché quelle regole cambiano la natura stessa del sindacato.
giovedì 16 gennaio 2014
Resoconto (sintetico) dal convegno di Chianciano
Sintesi della relazione per riunione L.U.P.O.
ll convegno di Chianciano ha avuto una partecipazione oltre le aspettative mentre secondo le aspettative è stato lo spessore degli interventi, con l’unico neo della impossibilità per il numeroso e motivato pubblico ad intervenire sulle tesi dei relatori, visto il numero elevato degli interventi. Tuttavia proprio la disponibilità dei relatori all’appello ed il loro confronto serrato indica che finalmente questioni che il Movimento Popolare di Liberazione ed altre poche forze ponevano, fino a poco tempo fa in maniera quasi pionieristica, trovano oggi piena cittadinanza anche nel dibattito di molta sinistra, anche parte di quella finora ostracista sulle ipotesi di uscita dall’euro. In questo senso è stata indicativa anche la lettera dei firmatari il documento Boghetta in Rifondazione Comunista, impossibilitati a presenziare per gli impegni di partito. Il colpo di mano con cui dalle pagine di Repubblica Barbara Spinelli (immediatamente spalleggiata da Flores d’Arcais, Guido Viale, reti sui beni comuni, lo stesso appello di Toni Negri ecc..) propone la creazione di una lista civica della sinistra pseudo radicale ed europeista a sostegno del candidato di Syriza, Alexis Tsipras - uscito da un braccio di ferro che lo ha visto contrapporsi ad un terzo della sua coalizione, sfilatasi su posizioni antieuro - mette il partito di Ferrero con le spalle al muro e potrebbe favorire, paradossalmente, le posizioni interne degli antieuristi, finendo per togliere spazio politico a posizioni intermedie. E si conferma sostanzialmente su queste ultime anche Giorgio Cremaschi, presidente di Ross@, correttamente intervenuto nonostante il rifiuto pretestuoso di partecipare al convegno opposto dalla Rete dei Comunisti.
mercoledì 15 gennaio 2014
Comunicato ricevuto da "Casa de' nialtri"
Ancona
Sala dell’ex Consiglio Comunale, Piazza XXIV Maggio
Venerdì 17 ore 17
Da domenica 22 dicembre alcune decine di senza casa occupano la scuola elementare di Via Ragusa. Sono immigrati in fuga dalla guerra e dalla fame, persone, italiane e non, che perdendo il lavoro non hanno più la casa, giovani espressione del disagio sociale: una rappresentazione efficace di chi oggi paga i costi della crisi. Occupando un edificio da tre anni abbandonato stanno riacquistando una identità individuale e collettiva. Casa de’ nialtri è una comunità autogestita che rivendica diritti e dignità per tutti. Il diritto alla casa è un principio fondamentale.
Nella nostra città ci sono tanti edifici, pubblici e privati abbandonati, che potrebbero essere riutilizzati per progetti di edilizia sociale, come chiede chi occupa la scuola di Via Ragusa.
Vi invitiamo a partecipare all’assemblea di venerdì per ascoltare le storie degli occupanti, per chiedere, discutere e capire il progetto e le proposte di Casa de’ nialtri.
Vi aspettiamo.
Casa de’ nialtri
Solidarietà ai lavoratori Roal
Venne quindi rilevata dalla finlandese Efore, con sede ad Helsinki ed impianti in Cina che assorbono oltre 600 operai, la quale vuol procedere ad ulteriori tagli del personale e (probabili) ulteriori trasferimenti per una lieve flessione di fatturato comunque positivo, a quanto dicono. Qui vediamo con chiarezza, dopo la vicenda Best, le conseguenze sia dell’integrazione europea che delle politiche di delocalizzazione e le conseguenze dello shopping di capitali stranieri. Il processo che si sta svolgendo sotto l’egida dell’euro e dei poteri eurocratici altro non è che una gigantesca opera di concentrazione di capitali nel Nord Europa, realizzando in conseguenza la mezzogiornificazione dell’area euro-mediterranea. I capitali stranieri stanno già espropriando le nostre attività produttive, i settori appetibili, financo le nostre società partecipate. I nostri servili governanti volevano vendersi pure le nostre spiagge. Domani si porteranno via anche le proprietà strategiche, se non li fermiamo. Esproprio e concentrazione di capitali, ecco la loro integrazione.
venerdì 10 gennaio 2014
Jobs act
Non si capisce proprio l’entusiasmo di Landini & Camusso (o forse si) sul jobs act partorito da Renzi. Lo sbraco con cui si plaude alla proposta sulla legge di rappresentanza cozza sul modello di lavoratore, prima ancora che di lavoro, che andrebbe ad eleggere direttamente i propri rappresentanti e le loro proposte. Questi diventerebbero delegati seduti nei consigli di amministrazione delle aziende, senza reale potere di indirizzo nelle strategie produttive ma abilitati a sottoscriverne le scelte, magari proponendo azioni al posto dei salari ai loro iscritti. Dopo la concertazione si arriverebbe finalmente al passaggio successivo che negherebbe non soltanto il conflitto tra capitale e lavoro ma anche la timida divergenza tra gli interessi dei lavoratori e quelli dell’azienda.
martedì 7 gennaio 2014
Il Buono, il Brutto, il Cattivo
M5S delinea una riedizione osimana delle larghe intese nazionali. 'iattura per la città'
L’attuale
consigliere regionale Dino Latini ha più volte dichiarato che non si
candiderà alla carica di Sindaco di Osimo alle prossime elezioni
comunali e lo ha confermato anche recentemente. Il prossimo candidato a
Sindaco per il PD sarà il Renzi(e)ano Simone Pugnaloni.
Dati di fatto che, a patto di non vivere stravolgimenti di politica
nazionale nei prossimi mesi, portano a prospettare uno scenario
apparentemente surreale ad Osimo quanto, malauguratamente, logico (in
senso politico). L’attuale maggioranza politica comunale infatti è
disgregata e i dissidi interni non sono altro che l’effetto di un
ingranaggio per vari motivi inceppato: il Patto di Stabilità non
permette alla macchina del consenso di elargire più quanto promesso,
anzi si trova costretta a togliere, e Latini dovrà pur posizionarsi
politicamente da qualche parte (sempre sul carro del vincitore,
ovviamente).
lunedì 6 gennaio 2014
Jattura
Anche chi non
condivide la nostra linea dovrebbe riconoscere che l’ipocrisia non ci
appartiene e quindi non si sorprenderà se non ci accodiamo ai convenevoli di
circostanza riguardo le condizioni di salute di Bersani, colpito da un
aneurisma quando ormai marginalizzato dal Pd e dalla vita politica: quei
convenevoli profusi da molti suoi nemici, dichiarati ed occulti, nel mentre si
danno di gomito. Non sappiamo se il suo malore
sia imputabile allo stress provocato dalle sconfitte, dalle pugnalate dei suoi
compagni di partito che impallinarono il
suo candidato Prodi o dal fato cinico e baro. Probabilmente se il corso del
destino (o della volontà divina, per
alcuni) può essere influenzato dal rito collettivo delle preghiere altrettanto
potrà farlo il rito delle maledizioni e lui ne ha ricevute tante nel suo
impegno sciagurato a trascinare il nostro paese nella seconda guerra di Libia.
Questo è stato il male peggiore della sua carriera politica, ben più delle
scelte di campo imputabili alla linea del suo partito, delle liberalizzazioni
ininfluenti di cui andava tanto fiero, delle
metafore di dubbia sagacia; aver suonato le trombe a fianco di Sarkosy (e di Hollande) ricattando e costringendo l’imbelle
Berlusconi a partecipare alla carica, a concedere basi e truppe per un impresa
che ha danneggiato il nostro paese e distrutto uno stato fino allora amico. Grazie
al suo iperattivismo coadiuvato dai falchi oggi spennati del suo partito, oltre
che all’atavica mancanza di palle di Berlusconi, entrammo in guerra con un
paese con cui avevamo i migliori accordi commerciali per la fornitura di
materie prime; spaccammo un vaso di Pandora i cui cocci ci cadranno in testa
per decenni. Tutto questo per mettere in difficoltà il governo dell’amico di Gheddafi.
Tuttavia il male non si augura a nessuno, neanche al suo sodale D’Alema che da
segni di stress anche lui. Neanche a Gheddafi e Milosevic che impararono a loro
spese quanti serpenti si nascondono nella grande famiglia dei socialisti.
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