Dev'essere che la musica, l'arte, l'intelligenza o la cultura in generale ("alta" o "bassa", ammesso che abbia un senso la distinzione) rifiutano questo mondo saturo di merda capitalista, da cui prendono congedo volentieri attraverso suoi variegati e differenti protagonisti -Lasciandoci più soli a galleggiare nella merda-.
Solo ricordandone alcuni, negli ultimi mesi sono morti: LOU REED, CLAUDIO ABBADO, AMIRI BARAKA, PETE SEGER. Oggi è toccato a Roberto "FREAK ANTONI", lucido analista e precoce profeta della demenzialità italica,nonché avanguardia punk/postpunk nostrana. Merita indubbiamente un posto nel pantheon.
Romano Martini
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