Solidarietà ai compagni denunciati!
Com’era prevedibile non si è fatta attendere la canea condannista dopo l’esito della manifestazione indetta contro l’inaccettabile atto di deportazione con cui si è cercato di porre fine all’esperienza di autogestione dei senza tetto che hanno dato vita al progetto ‘Casa de ni altri‘. L’azione con cui alcuni manifestanti hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico, è stata conseguenza del ruolo di mandante politico che questo partito ha avuto nello sviluppo della vicenda, ancora ben lontana dalla conclusione, soprattutto dalla conclusione che sperano i padroni della città. Il sindaco Mancinelli con i suoi atteggiamenti ed esternazioni sconcertanti ha solo messo l’utile faccia ad una strategia volta soprattutto ad impedire la messa in discussione dell’esercizio dell’arbitrio mascherato da assistenzialismo; quello che non doveva passare era l’esempio di una comunità che si autogestisce difendendo i propri diritti e resistendo alle lusinghe ed alle minacce di tutori istituzionali fino allora assenti. Oltre alle denunce scattate per il blitz di piazza Stamira sarebbero stati denunciati anche i presunti organizzatori della manifestazione davanti al Comune per mancato preavviso.
Ci viene il dubbio che sia stato impossibile aver rispettato i tempi di preavviso anche per gli organizzatori della poco partecipata manifestazione del giorno dopo in solidarietà al PD; o forse qui sono state riscontrate motivazioni d’urgenza che un’atto di deportazione non giustificavano?
Sulle dissociazioni di rito non ci rimane che prendere atto di quanti ancora siano quelli che a sinistra stanno con i frati e zappano l’orto. Quando si prendono iniziative in contrasto con i poteri forti che fanno e disfano in Ancona non si può pretendere di governarle sempre in un politicamente corretto che domani permetta di rientrare nelle loro grazie, per un’alleanza, una candidatura od una poltrona. Il Pd ed il blocco sociale che rappresenta è il principale fattore di equilibrio nella governance autoritaria e liberista del paese; non è più quella forza social-liberista con cui certa sinistra si illudeva di civettare ma è da tempo la proiezione nazionale (regionale e cittadina) dei poteri eurocratici che ci stanno privando dei diritti sociali e della sovranità popolare.
Massimo rispetto per i compagni che hanno restituito in minima parte l’offesa fatta alla città solidale e triste compatimento per i professionisti della dissociazione.
L.U.P.O
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