C’e una ragione per cui non perdoneremo mai alle liste civiche questi 15 anni. Non la provenienza democristiana riverniciata e rimodulata sul locale, non il magna-magna che fanno tutti; né il clientelismo ed il nepotismo, riproposto su scala ridotta e quindi più ricattatoria che consensuale.
La ragione consiste nella sistematica devastazione del territorio perseguito per biechi calcoli elettorali, in base ai quali 20 famiglie trattate bene, portano almeno 200 preferenze e 2000 voti. Fino a che questa logica del consenso interessato e contabile viene adottata per imbucare qualche scansafatiche ed ottenerne l’apparente gratitudine, passi… lo fanno tutti. Ma quando si adotta a discapito del territorio e del diritto delle future generazioni a viverlo non c’è assoluzione. In Osimo si è fatto di tutto e di più, in procedure che garantivano oneri di urbanizzazione, mazzette e mazzi di voti. Con il risultato che ci sono oltre un migliaio di immobili sfitti, invenduti, inutilizzati, un territorio al collasso, reti fognarie ed infrastrutture inadeguate a reggere tali colate di cemento ed assorbire le bombe d’acqua di turno, evocate con rassegnato fatalismo dai guastatori istituzionali, ogni volta che la natura fa il suo corso.
Certo ci sono stati e continuano ad esserci i tagli agli enti locali che obbligano i comuni a far cassa in loco; c’è un capitalismo in crisi, nel modello di accumulazione occidentale, che cerca di scaricare i costi sull’ambiente e sul lavoro, c’è una complicità colpevole di tanti somari che barattano piccoli vantaggi immediati con le disgrazie future, sperando che non tocchino a loro. Ma comunque in Osimo si è andati oltre!
E ci va ancora bene che abbiamo da un lato gli Appennini e dall’altro il Balcani e non l’Atlantico, come i nostri più sfortunati concittadini sardi.
Basta colare cemento; occorre dismettere e/o riqualificare il patrimonio urbano eccedente, garantire gli appartamenti sfitti a canone sociale, operare per la messa in sicurezza del territorio (almeno dove maggiormente compromesso dalle passate gestioni), promuovere le attività primarie, specialmente il biologico e quelle legate all’occupazione giovanile.
Questo dovrà essere il compito principale di chi dovrà succedere ai guastatori, per evitare altre tragedie ampiamente annunciate.
Osimo in Comune
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