Prosegue la svendita del patrimonio pubblico italiano da parte di questo governo delle larghe intese che si conferma alle dipendenze degli eurocrati.
Nei settori ancora redditizi e strategici di cantieristica, energia, trasporti si procede alle privatizzazioni e dismissioni. Il def (documento di programmazione economico finanziario) prevede un introito sui 12 mdl e sarà presto tradotto in manovra per la legge di stabilità, blindato con la fiducia per non rischiare sorprese dalla fuoriuscita dei berluscones. In questi giorni si sono moltiplicate le critiche sui più diffusi quotidiani nazionali e sui media, non perché si continuano a svendere settori strategici al capitale straniero o privato, ma per l’impostazione valutata troppo protezionistica laddove lo stato punterebbe a mantenere il 30% e voce in capitolo in aziende come Eni ed Enav. Questo ci indica quanto il governo Letta faccia parte di un sistema non solo antinazionale ma sovranazionale, organicamente legato a quei poteri intenzionati a metterci a strozzo.
La legge di stabilità, imposta da Bruxelles e dalla Bce(così come la spending review) diventa lo strumento per un esproprio, oltre che di sovranità, anche di risorse economiche a discapito dei paesi sud europei. Cosicché quando cesserà l’accanimento terapeutico per mantenere in vita l’euro ci ritroveremo alle pezze e con contenziosi sia riguardo le nostre società di punta nazionali, come sulle nostre società municipalizzate, le spiagge e magari il Colosseo. Tutto questo per appena 6 miliardi di riduzione di un debito insostenibile, intorno ai 130% del Pil ( 2000 mdl), continuamente aumentato da interessi altrettanto insostenibili. Gli altri andrebbero alla cassa depositi e prestiti e questo spiega il tiepido diniego della sinistra sinistrata. Letta, Napolitano e tutti i servi degli eurocrati andrebbero processati per alto tradimento, o comunque messi in condizione di non nuocere, prima che si vendano il paese.
Nessun commento:
Posta un commento