Non siamo forconi ma cittadini che si sono rotti i coglioni. Questo striscione è campeggiato alcuni giorni ai presidi del Coordinamento 9 dicembre all’uscita dei caselli di Ancona sud. Quando siamo andati abbiamo avuto alcune sorprese: ragazzi che hanno dato una mano in altre occasioni anche a noi, amici del volontariato che hanno partecipato a Pugno chiuso o alla Festa dei popoli, soggetti certamente lontani dalla destra convertitasi antisistema dell’ultima ora, dopo essersi alleata per anni con il centro destra degli Alemanno e dei Berlusconi. Ma dopo questo approccio ottimista si è confermato presto come ben riposto tutto il nostro scetticismo, soprattutto nel constatare che i temi per noi rilevanti della mobilitazione - le dimissioni del governo Letta e, soprattutto, la sovranità monetaria – non erano neanche conosciuti alla gran parte degli attivisti.
Addirittura alcuni ragazzi si sono dimostrati sconcertati dalla prospettiva di uscita dall’euro, quando abbiamo fatto presente cosa significava il volantino che stavano distribuendo. Molta incertezza c’era anche tra i responsabili sugli sbocchi della mobilitazione e nel prendersi decise responsabilità, sia pure di gestione dei presidi. Il rallentamento del traffico era deciso più dai solerti poliziotti e carabinieri presenti che dagli organizzatori ed i rallentamenti erano motivati, soprattutto, dall’atteggiamento complice e sornione dei camionisti. Molta indecisione anche sull’opportunità di partecipare o meno all’adunata romana. Credo che abbiamo avuto uno specchio di quanto stia avvenendo nella gran parte delle mobilitazioni e certamente aumenterà il disorientamento con la spaccatura in corso tra una auto proclamata guida di destra, ben rimpolpata dai vari presidi del Lazio in cui si sono, ovviamente, inseriti i neofascisti ed una altrettanto autoreferenziale guida moderata. Più interessante il caso di Torino, dove ci sono evidenti inserimenti antagonisti. Tale quadro non ci porta a storcere il naso ma ci obbliga a tenere le bocce ferme, considerando che mobilitazioni di questo tipo saranno sempre più quelle del futuro. La maggior parte dei giovani crede veramente che sia ora di farla finita con i partiti, con la destra e la sinistra… e ci va ancora bene. Cosa dovrebbe conoscere un giovane tra i 15 e i 30 anni della sinistra, se non ha avuto paraocchi ideologici o frequentazioni particolari? Il pacchetto Treu, la guerra imperialista, i tagli e le privatizzazioni. Ma nel nostro paese la dicotomia sembra comunque destinata a riaffacciarsi e non solo il movimento dei Forconi sembra destinato a riprodurla ma se sarà, come sembra probabile, la destra oggi antieuropea ad impossessarsi di una parte consistente di esso ciò porrà un serio problema anche a Grillo che dovrà smettere di giocare al “te la do oppure no”, perché gli si chiuderebbe uno spazio politico in cui si illude ancora di fare ulteriore massa critica, e non è detto che sia un male. Soprattutto in vista delle elezioni europee potrebbe venir fuori un soggetto populista vero dalla spaccatura dei forconi, candidato a fare l’interfaccia sicuramente reazionaria di Grillo e delle continue oscillazioni del suo movimento. Certi episodi come quello che hanno fornito una formidabile ribalta a Casapound con la complicità, non sappiamo quanto involontaria del processo in direttissima, e le evidenti consegne, in molti casi di gestione dell’ordine pubblico, atte a favorire le infiltrazioni di alcuni ed ostacolare quelle di altri, ci inducono a pensare che questa prospettiva sia ben vista dai gattopardi che intendono governare la crisi e mantenere i rispettivi privilegi anche in caso di uscita dall’euro. Ora più che mai riteniamo che Grillo debba smetterla di nicchiare e dire chiaramente, come sta facendo Salvini: se ci mandate in Europa andiamo per sfasciarla. E dire anche chiaramente per costruire cosa.
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