lupo

mercoledì 4 dicembre 2013

LO SCIOPERO DEI LAVORATORI DI GENOVA
PARLA AI MOVIMENTI E ALLA SOCIETA'


La lotta dei lavoratori del trasporto pubblico di Genova contro la privatizzazione del servizio decisa dall’amministrazione di centro-sinistra rappresenta uno spartiacque per diversi motivi.

Il più importante è legato al fatto che, per la prima volta da diversi decenni nel nostro Paese, i lavoratori hanno scioperato per cinque giorni contro la privatizzazione in quanto tale, in un momento in cui, dal Governo alla quasi totalità degli enti locali, il mantra delle privatizzazioni viene ossessivamente ripetuto come inevitabile panacea per i conti pubblici.
Questa volta, i lavoratori di Genova non hanno scioperato per ridurre il danno di una scelta considerata inevitabile : hanno messo in discussione la scelta in quanto tale, costringendo le istituzioni locali, ma anche i media mainstream, a confrontarsi con il tema non preventivato della rivendicazione di un servizio che sia pubblico e di qualità.
Sta in questo il denominatore comune con la battaglia del movimento per l'acqua e con la vittoriosa campagna referendaria del giugno 2011: la rottura dello schema precostituito - privato è bello o comunque inevitabile - e l'apertura di uno spazio politico per un diverso modello di pubblico.


In secondo luogo, la lotta dei lavoratori del trasporto pubblico di Genova è stata radicale e vissuta in prima persona: cinque giorni di sciopero comportano conseguenze economiche e sociali pesanti per chiunque vi abbia partecipato.
Ma la determinazione con cui è stato condotto segnala la profondità di un cambiamento culturale che, aldilà della specifica conclusione della vertenza, parla all'intera società e a tutti i movimenti in campo, dichiarando possibile l'apertura di un conflitto ampio contro il patto di stabilità e i vincoli monetaristi e la rivendicazione della riappropriazione sociale dei beni comuni e dei servizi pubblici, come già indicato dall'esito referendario della battaglia sull'acqua.

In terzo luogo, lo sciopero dei lavoratori di Genova è stato capito e compreso dagli abitanti della città, che, seppure in forma ancora passiva, non hanno ceduto alle sirene neoliberali che, da sempre, cercano di trasformare la cittadinanza in clientela e di contrapporre i diritti dei lavoratori ai bisogni dei cittadini.
Aggiungendo a questo dato l'attiva solidarietà promossa dal Forum Beni Comuni di Genova, che raccoglie decine di realtà locali, a partire dal Comitato Genovese Acqua Bene Comune, abbiamo il quadro di una tessitura potenzialmente fertile per mettere in campo un altro modello di città, fondato sui beni comuni, sulla funzione sociale del lavoro, sulla democrazia partecipativa.

Infine, la lotta dei lavoratori di Genova chiama in causa direttamente gli enti locali, mettendone a nudo le contraddizioni e costringendoli a scegliere se continuare ad essere l'ultimo terminale dei diktat monetaristi da scaricare su lavoratori e cittadini o decidere di essere i primi rappresentanti di un territorio e degli abitanti che lo abitano.

Anche in questa direzione, l'esempio di Genova parla in senso generale : senza una lotta condivisa e determinata contro l'attuale patto di stabilità, gli enti locali, per quanto cerchino di qualificare come nuova a loro azione, si troveranno attivi artefici della spoliazione della propria funzione sociale.

Lo sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico di Genova parla alla società: per tutte queste ragioni il Forum italiano dei movimenti per l'acqua è stato e continuerà ad essere con loro.

FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA



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