Il 9 dicembre è stata lanciata la giornata di lotta 'L'Italia si ferma', con previsti blocchi stradali e produttivi da parte di un pezzo di Italia che lavora, in prevalenza sigle del lavoro autonomo, trasportatori, piccole imprese, i Forconi siciliani... riuniti nel Coordinamento nazionale di gruppi e dei movimenti. Lavoratori che al pari dei dipendenti, magari dei propri (quando ne hanno), non ce la fanno più a sostenere i costi della crisi e sopportare il degrado politico e morale di chi ci governa al soldo dei poteri eurocratici.
Modalità di autoconvocazione come quelle scelte si prestano ad ogni possibile infiltrazione da parte di forze neofasciste e reazionarie che non si sono fatte attendere, così come sono state puntuali le chiare diffide degli organizzatori a chiunque cerchi di mettere cappelli o inopportuni simboli di partito per strumentalizzare la manifestazione. Malgrado le perplessità per i metodi suddetti alcuni di noi, prevalentemente compagni a partita iva, parteciperanno alle iniziative nella zona di Ancona, anche in virtù dello scarno (ed anche per questo condivisibile) testo di convocazone, dove si indica la necessità di sbarazzarci di questo modello di Europa per riprenderci la sovranità monetaria e popolare.
Purtroppo dobbiamo constatare che nella fase attuale risultano più avanzate queste mobilitazoni, su tali parole d'ordine, rispetto alla gran parte di quelle sindacali del lavoro dipendente, ancora sulla difensiva e subalterne al tabù eurista, come quella del 12 dicembre indetta dalla Fiom (alla quale comunque parteciperemo).
Proprio il sindacato dei metalmeccanici, dopo la legnata alle elezioni Rsu all'Ilva ed il rientro nella maggioranza Cgil, sembra lontano dal ruolo di traino assunto dopo le resisistenze di Pomigliano e Mirafiori; assunto suo malgrado, in quanto impropriamente investito di tale compito, politico, proprio a causa della 'deficenza' di un'alternativa politica di classe. L'evidente impasse della Fiom non ci fa certamente propendere per l'abbandono della lotta operaia a favore del ceto medio impoverito o incazzato - nè ci farà mai confondere una scorreggia per il tuono che annuncia la tempesta - ma occorre tenere gli occhi bene aperti e guardare a tutto ciò che si sta muovendo nella direzione della sollevazione popolare, cercando di portarvi parole d'ordine e progettualità sempre più avanzate nella direzione dell'alternativa socialista a questa crisi epocale nella quale ci ha gettato il capitalismo.
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