lupo

martedì 18 novembre 2014

Sgombero del Corvetto, Pisapia e Maroni vanno a braccetto

Lo sgombero delle case occupate e dei centri sociali a Milano sono in continuità con la politica della mano dura verso quelle pratiche sociali che possono creare cattivo esempio ed emulazione anche al di fuori dei circuiti tradizionalmente “antagonisti”, men che mai tollerati in tempo di crisi. Infatti oggi sono sempre più le esigenze vitali a muovere verso pratiche di esproprio e riappropriazione, prima ancora che scelte politiche e quando lo sono non è certo per rivendicazioni anacronistiche di diritto al consumo ma per diritti basilari alla vita. Per questo oltre che chiudere o perquisire spazi anarchici o di area autonoma non si esita a manganellare e mettere in mezzo alla strada famiglie e madri con bambini, come avvenuto al Corvetto.
 Sono arrivate anche mobilitazioni di resistenza e solidarietà, sia dei compagni sui tetti dei centri sociali, sia degli studenti e degli abitanti del quartiere, malgrado cariche e lacrimogeni; nè si è fatto attendere l’ineffabile gioco delle parti tra il ministro Alfano, addirittura intento ad apparire meno cattivo del cattivo di turno, il grottesco Macario del frizzantino, il sindaco Pisapia, tanto indulgente con gli abusi dell’Expo, quanto inflessibile con gli abusivi delle locazioni sfitte, rinnovando un copione che la sinistra sistemica conosce a memoria. Ben altre attenzioni sono state riservate alle mobilitazioni contro il centro accoglienza e gli immigrati di Tor Sapienza, perché lì, ragioni pur complesse e provocate dal malgoverno di Alemanno e Marino (da ultimi), assumono la forma innocua per il potere della guerra dei poveri contro i poverissimi, consentendo le sfilate dei politici di destra e le analisi da sociologia d’accatto della sinistra. Lì le istituzioni ed il Governo sono stati solleciti nel calare le braghe, dando spago ad un tentativo di progrom verso un bersaglio immotivato, allontanando dal centro dei minori richiedenti asilo, assolutamente estranei all'aggressione di una ragazza, avvenuta per sua dichiarazione da stranieri con accento dell'est, probabilmente comunitari. La risposta dei milanesi, autoctoni e no, l’assemblea permanente e le barricate nei quartieri posti sotto assedio dagli sbirri di Pisapia e Maroni ci confortano ed indicano la strada di una possibile, necessaria quanto difficile ricomposizione di classe. Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni ed agli occupanti fermati, così come a quanti hanno indicato, nella protesta contro la sede del Pd, i principali responsabili del malgoverno della città. Arrivederci  a Napoli

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