lupo

mercoledì 31 dicembre 2014

Letterina di Buon Anno agli amici del cinema

La crisi del cinema riflette la crisi della sinistra: senza rappresentanza ci si consola con la rappresentazione, passando dai cavalli dei Cosacchi a Cicciolina dei cavalli

Il grande cinema muore con Jessica Rizzo.
Infatti  con lei inizia il porno fai da tè, autogestito e casalingo, a portata di tutti, precursore delle autoriprese internet che hanno distrutto il settore  e con esso il grande cinema. Perché nella sua essenza il cinema è porno; è il treno che buca lo schermo dei fratelli Lumière: una percezione  iperreale, talmente falsificata da risultare più vera del vero, stupefacente nel suo estremo effetto di verità. E’ l’occhio di Bataille, inserito in un punto di vista inaccessibile a qualsiasi pur fantasioso amante, non plausibile nell'esercizio erotico e nemmeno in nessun'altra arte; sono il 37 di John Holmes e i cavalli di Cicciolina. Tutto il resto è parafrasi e citazione: narrativa, pittura, teatro, magari ottimamente reso ma, proprio per questo, incapace di rendere l’unicità della 7° arte.
Gli attori maschili erano essenzialmente gay, come Holmes e Valentino, quindi più romantici e pazienti in un ruolo che non doveva coinvolgerli troppo. Poi è subentrato il sonoro ed è stato un duro colpo, una virata verso la letteratura con il ruolo decisivo delle sceneggiature; poi ancora è subentrato il viagra e ciò che si ostinava a resistere all’offensiva della banalità è sprofondato, con le pornostar costrette a reinventarsi tuttologhi. Il motto di Andy Warhol si trasformava in una maledizione; pur di avere una piccola soddisfazione al proprio esibizionismo frustrato si distruggeva il sogno o l’incubo dell’immaginario collettivo. Oggettistica e piccoli ridicoli cazzettini prendevano il centro della mutata scena, con affastellate casalinghe intente a raccontar le storie di tutti i giorni: le storie di Eugenia Valentini.

domenica 28 dicembre 2014

Tutele di stato


Non ancora soddisfatti Ichino e Sacconi sulle tutele che resterebbero ai lavoratori pubblici per i quali non si applicherebbe il contratto a tutele crescenti liquidato dal governo. Nel balletto tra precisazioni e smentite sembra emergere dalle dichiarazioni di Poletti & Madia la disparità di trattamento, che vale però anche per la permanenza dei co-co-co nelle pubbliche amministrazione. Il settore pubblico e statale è stato comunque colpito in questi anni dai tagli, dai mancati rinnovi contrattuali, dalle mancate assunzioni  a tempo indeterminato e dalle eterne proroghe ai precari; per non parlare dei dipendenti delle province in stand by. Tuttavia la scelta di “favorirli” rispetto al settore privato nasconde due logiche; una conservativa ma non tanto nel senso lamentato dall’ineffabile Sacconi ma per conservare un bacino di consenso che il PD considera gli venga da pensionati e lavoratori del pubblico impiego; insomma un compromesso tra rivoluzione copernicana e tolemaico voto di scambio.

martedì 23 dicembre 2014

Dibattito su crisi e povertà

 Buona partecipazione all’incontro sulla crisi e le povertà. Nell'introduzione al dibattito Stacchiotti Antonio della L.U.P.0 ha sostenuto che la crisi cicliche prolungate degli scorsi decenni sono state occasione di ristrutturazioni delle imprese e dei modelli produttivi oltre che di approfondimento dello sfruttamento, come si evidenziò nel periodo dei governi di solidarietà nazionale successivi allo shock petrolifero ed all'emergenza insurrezionale. Oggi con la crisi strutturale il governo-crisi agisce più in profondità, cambiando anche la costituzione formale e distorcendo il quadro democatico istituzionale verso un sistema a-democratico  delegittimato di consenso popolare ma investito dai poteri eurocratici. 
Molto articolato e segnato da manifestazioni di consenso l'intervento di Giorgio Cremaschi, il quale ha evidenziato come la disoccupazione di massa sia un processo indotto per provocare guerre tra poveri e ricattabilità dei lavoratori, ha ricordato le conquiste sui diritti ed i servizi in una fase in cui le dure lotte sul lavoro pagavano e definivano la civiltà di una società, il ruolo del vecchio collocamento pubblico, ora in gran parte sostituito dalle agenzie usa e getta, con le imprese che dietro la balla del merito puntano invece ad avere lavoratori intercambiabili ai contratti piu bassi.

domenica 21 dicembre 2014

Intervento shock

L'intervento shock di Fabio Pasquinelli al dibattito sulla crisi e le povertà ha messo brutalmente la verità al centro della scena, deludendo certamente le aspettative di quanti pensavano che con la sinistra al governo potesse cambiare qualcosa, specialmente con la sinistra renziana. Ha detto che non ci sono margini di riformismo... siamo d'accordo, il keynesismo si attua nei cicli espansivi, oggi, con la recessione epocale, semplici riforme di indirizzo socialdemocratico vecchio stampo richiederebbero sforzi rivoluzionari; allora tanto varrebbe spenderli per il socialismo. Ha detto che le casse del comune sono vuote e possono avere qualche miseria di entrata soltanto svendendo i beni pubblici e le società partecipate. Forse voleva così giustificare anche la vendita del cinema ai frati, contrariamente a quanto sbandierato in campagna elettorale, convincendo sprovveduti cinefili a mettersi nella lista Tsipras-Osimo.

giovedì 18 dicembre 2014

Governo/crisi e conflitti: lavoro, occupazioni, nuove e vecchie povertà

Il dibattito di venerdì 19 é intitolato così per rendere l'abusato termine "governance" in un italiano dove le fregature e le misure antipopolari sono rese come tali e non edulcorate o asettiche come da traduzioni inglesi sempre in bocca ai recenti premier e ministri. In un interessante passaggio del libro di Cremaschi che verrà presentato nel corso della serata si fa riferimento al governo di Solidarietà nazionale del 76, con cui il Pci tradusse la linea del compromesso storico, con l'appoggio esterno ad Andreotti. C'erano in ballo le misure di austerità, sull'onda lunga dello schok petrolifero, l'aumento delle tasse, il taglio della scala mobile, taglio delle festività indennizzate ecc.. tale connubbio continuerà fino al varo delle leggi di emergenza per fronteggiare la "sovversione" politica ed il cosiddetto terrorismo. Allora come oggi la crisi economica e sociale fu usata come opportunità per ridefinire i processi di valorizzazione e le forme autoritarie del comando fino a sospendere le libertà costituzionali (allora non si arrivò a mettere tali misure in Costituzione, come il pareggio di bilancio o a tentar di modificarla formalmente: lo si fece materialmente). La crisi in cui siamo immersi, manifestatasi  nel 2008, non è un semplice prolungamento di quelle cicliche che abbiamo avuto dal dopoguerra, usate sin dalla fine degli anni 70 per le ristrutturazioni aziendali, dei cicli produttivi e per attaccare le precedenti conquiste del movimento operaio; è una crisi strutturale sistemica che durerà ancor anni se non decenni, una di quelle profonde causate dalla sovrapproduzione assoluta di merci e, soprattutto, di capitali. Crisi in cui le società occidentali, nel nostro caso le classi popolari dei paesi sudeuropei, se non si ribelleranno, dovranno convivere con una disoccupazione di massa, l'imposizione di misure liberiste, guerre forse non sempre scaricabili ai confini periferici (vedi l'Ucraina) e forme istituzionali a-democratiche, prive anche del consenso perverso che possono avere le dittature. Questa nuovo esercizio di governo é privo di una vera sovranità, spoliato dai poteri eurocratici, dal FMI, dalla BCE di cui è passacarte; é senza rappresentanza, dato il sempre più esteso Aventino popolare che si manifesata in astensione e calo dei consensi; é oltretutto senza mandato degli elettori rimasti, almeno per gli ultimi tre esecutivi nominati.

venerdì 12 dicembre 2014

Sciopero Generale Ancona

Abbiamo appoggiato il parziale blocco dell'accesso al porto effettuato dallo spezzone dei centri sociali, cobas della logistica e precari, iniziativa che spezzava il consueto rituale della sfilata confederale. Una innocua parata, se finalizzata a strappare qualche minimo ripensamento al goverrno Renzi, tale da consentire ai vertici sindacali di salvare la faccia e soprattutto le loro compatibilità politiche; innocua perchè se non si recano dei danni seri a questo o ad altri governi, a questo odierno delle eurocrazie, così come a quelli passati, espressione delle classi dominanti nazionali filoatlantiche, non si ottiene nulla.  Solo sfottenti dichiarazioni di comprensione e rispetto per le inutili ragioni della protesta. Le lotte dure, quelle che hanno fatto male ai padroni hanno portato repressione, carcere e morti in piazza; tragedie amare ma di queste sono costellate le conquiste storiche del movimento operaio, quelle che oggi ci stanno togliendo pezzo a pezzo.

Governo/Crisi e Conflitti

Campagna Stop TTIP

mercoledì 10 dicembre 2014

Sciopero Generale

Il 12 saremo al corteo di Ancona, malgrado riteniamo importante il corteo annunciato ad Osimo dal comitato che si batte contro le povertà, per quanto avessimo suggerito che questo poteva riuscir meglio, se si fosse tentato di intercettare parte della mobilitazione mattutina, spostandolo il pomeriggio. Ci saremo perchè condividiamo molti dei contenuti portati dalle rivendicazioni sindacali, così come gran parte delle valutazioni e differenzazioni poste dallo spezzone dei centri sociali e dei precari.

martedì 2 dicembre 2014

Aiutati che Dio t'aiuta


L’assemblea convocata al chiostro di San Francesco dai sedicenti (ed effettivamente) poveri ha registrato  un certo disinteresse sia delle liste civiche, presenti soltanto con esponenti in sentore di squillo di tromba, sia della maggioranza che ha volutamente snobbato  quanti, a torto o a ragione, vengono considerati come portatori di pacchetti di voti decisivi ai trascorsi successi  Latiniani. Le modalità di convocazione e le prospettive di sbocco indicate non hanno incoraggiato la presenza di cittadini “autoctoni” magari altrettanto indigenti.

lunedì 24 novembre 2014

Raggiunto il fondo si inizia a scavare

Le Liste civiche tentano di fare il verso alla Lega prendendosela con un povero anziano al quale il sindaco ha trovato una sistemazione al “Bambozzi” dopo 3 anni che dormiva in auto. Hanno denunciato una strumentalizzazione  se non addirittura una truffa perché il “furbetto”  in questione sarebbe un possidente, in quanto risulterebbe comproprietario, insieme ai parenti, di un rudere inabitabile di Passatempo, privo anche di valore fondiario, visto che nessuno vuol più costruire, visto che sono state edificate troppe case, la maggior parte sfitte e considerato che la suddetta proprietà immobiliare si trova  nell’area di allagamento dell’ultima inondazione; anche questa  avvenuta per via della gestione del territorio negli ultimi 15 anni di malgoverno delle civiche.

Aventino popolare


Il risultato delle regionali in Calabria ed Emilia Romagna indica una presa di coscienza del potenziale elettorato che va oltre le più fosche previsioni della casta politica con un astensione sopra il 60%. Con queste percentuali che ci fanno invidiare la Colombia non si può parlare di qualunquismo o di antipolitica ma di cosciente e giustificato Aventino popolare. "L’astensionismo non ci ha colpito, dice Grillo"

domenica 23 novembre 2014

Aborto e Movimento (per la vita)

Media e polizia all’attacco
La celere si è mossa nella settimana passata, a Milano, con una certa decisione, gestendo la piazza senza esitare a colpire con violenza donne, uomini, bambini gettati fuori dalle loro case con i propri averi. I comandanti nella piazza si erano presentati fin dalle prime ore, il primo giorno, minacciando di morte gli sfrattati e solidali presenti: e alla fine il morto l’hanno ottenuto, un feto di sette mesi. Le manganellate sul corpo della madre incinta mercoledì, l’accertamento della tragedia venerdì mattina. Per tutto il giorno un rincorrersi di voci, poi la sera il corteo che è partito da via Gola ha urlato la propria rabbia attorno ai Navigli. Il commissariato di zona è stato bersagliato nella notte con pietre e petardi da un centinaio di persone.

sabato 22 novembre 2014

La banda degli onesti

Riuscita la manifestazione Fiom a Napoli. Da piazza Matteotti si sono alternati gli interventi di sindacalisti e lavoratori ma anche attestati di solidarietà da altre personalità e componemnti sociali, tra le quali spiccano quelli di padre Zanotelli, con l'appello finale a difendere i risultati del referendum contro Acea ed i predoni dell'acqua, quello dei comitati no-amianto che ricordano le vittime da contaminazione di Bagnoli e gli appelli dei comitati studenteschi per unire le lotte. Rilevante l'intervento in limousine del Comitato cassintegrati e licenziati di Pomigliano, tra i quali gli operai confinati a Nola per aver appeso un manichino raffigurante Marchionne dopo il suicidio di alcuni loro colleghi; riportiamo a seguito il comunicato. Fuori luogo le rettifiche di Landini per aver detto che i sostenitori di Renzi non sono onesti. Esiste anche un popolo stronzo insieme ad un popolo che difende persino i diritti degli stronzi e separare il grano dal loglio fa parte del necessario processo di ricomposizione.

martedì 18 novembre 2014

Sgombero del Corvetto, Pisapia e Maroni vanno a braccetto

Lo sgombero delle case occupate e dei centri sociali a Milano sono in continuità con la politica della mano dura verso quelle pratiche sociali che possono creare cattivo esempio ed emulazione anche al di fuori dei circuiti tradizionalmente “antagonisti”, men che mai tollerati in tempo di crisi. Infatti oggi sono sempre più le esigenze vitali a muovere verso pratiche di esproprio e riappropriazione, prima ancora che scelte politiche e quando lo sono non è certo per rivendicazioni anacronistiche di diritto al consumo ma per diritti basilari alla vita. Per questo oltre che chiudere o perquisire spazi anarchici o di area autonoma non si esita a manganellare e mettere in mezzo alla strada famiglie e madri con bambini, come avvenuto al Corvetto.

martedì 28 ottobre 2014

A margine della manifestazione

Di seguito due links contenenti (per me) importanti contributi: l'uno di Andrea Fumagalli -"economista eretico"- sul Jobs Act e l'altro di Paolo di Jesi, sulla generale condizione dell'arcipelago precario, specialmente legato al cd."lavoro autonomo" di seconda generazione. Reputo importanti tali contributi  soprattutto per l'analisi della corrente situazione socio-economica italiana che offrono, con implicito rinvio a una necessaria riflessione politica  che riguarda, tanto per capirsi e senza tante perifrasi, i movimenti.

mercoledì 22 ottobre 2014

Maledetto Positivismo

       -COMUNICATO STAMPA-
La ska-punk band dei LUCHASKALIENTES approda ad autunno 2014 proponendo il loro primo album “MALEDETTO POSITIVISMO"  pubblicato nella sua edizione da Out of Control Produzioni con la preziosa collaborazione di Rumagna Sgroza e Filottrano City Rockers Records. Si tratta di un album sincero, che viene dalla strada e che regala con umiltà all’ascoltatore un viaggio in un mondo di ideali e sogni che sembrano oggi svanire nella vacuità della realtà odierna, pervasa dal consumismo, dall’indifferenza e dal qualunquismo. L’album è pubblicato da Out Of Control Records ed è disponibile nei negozi di dischi (con particolare attenzione a quelli del settore) ed in tutti i digital stores (iTunes, Emusic, Amazon, ecc.) a partire da ottobre 2014.
PARTNERS:
FILOTTRANO CITY ROCKERS, MPTY ZINE, UNITED WE STAND EVENTS & PROMOTION, TOSCANA PUNK ROCK, PATCHANKA VIDEOMUSIC.
I LUCHASKALIENTES supportano "KNOW YOUR RIGHTS - Sicurezza sul lavoro"
Riferimenti web LUCHASKALIENTES:
Facebook: https://www.facebook.com/p…/Luchaskalientes/200748116619386
-Comunicato  LUCHASKALIENTES-
Cari compagni, amici, parenti, fans e voi tutte, persone che state leggendo questo comunicato, ecc. ecc., possiamo dirvi che è giunto il momento di abbandonare i toni tenui ed enigmatici delle risposte alle quali vi eravate abituati per potervi finalmente dire: CE L’ABBIAMO FATTA.
E questa cosa che voi state leggendo proprio in questo momento è un vero “Comunicato”, di quelli che si trovano solo nei Grandi Magazzini della musica odierna, perché oggi l’importante è DIRE, cosa ancora non si sa bene, ma dirlo con enfasi… a dimostrazione che la nostra permeabilità alle necessità capitalistiche ha raggiunto a questo punto il culmine assoluto. È giunta l’ora di abbandonare le belle parole idealistiche che si usano in queste circostanze che hanno la sola funzione di generare in voi una sorta di pietà nei nostri riguardi, per abbracciare il più sfrontato pragmatismo, detto ciò COMPRATE QUESTO DISCO PERCHE’ E’ FIGHISSIMO. L’album è intitolato MALEDETTO POSITIVISMO ed è composto da nove tracce inedite. Inutile star qui ad elencarvi tutti i motivi per cui voi dovreste ascoltare il primo album dei LUCHASKALIENTES, già il fatto che ogni primo album è figo di per sé dovrebbe essere una motivazione sufficiente, be’ il nostro lo è ancora di più. Nove tracce piene di irriverenza, che se dovessimo accostarle a qualche pietanza o bevanda per accompagnarne l’ascolto vi consiglieremmo di accompagnare quest’album con le ripugnanze che vi mangiate tutti i giorni. Nove tracce piene anche di ambiguità, da giustificarne il titolo, che da una parte dovrebbe suscitare qualche dubbio in voi stessi, dall’altra ci relega su questa “Nave di Folli” senza via di scampo.
Il 16 ottobre è il 289º giorno del Calendario Gregoriano (il 290º negli anni bisestili). Mancano 76 giorni alla fine dell'anno; 1793 - La regina di Francia Maria Antonietta  viene ghigliottinata a Parigi; 1829 - In un ramo della linea ferroviaria Liverpool-Manchester si svolge la prima gara di velocità tra locomotive: vince la Rocket di sir George Stephenson; 1860 - A Locorotondo (cittadina in Provincia di Bari), viene trovata nelle campagne una icona Sacra raffigurante la Vergine Maria col Bambin Gesù; 1934 - I comunisti cinesi di Mao Zedong iniziano la Lunga marcia; 1943 - Deportazione dal Ghetto di Roma di 1022 ebrei verso il campo di concentramento di Auschwitz; 1946 - Dieci criminali di guerra nazisti della seconda guerra mondiale, condannati al processo di Norimberga, vengono giustiziati tramite impiccagione; 1968 - Gli atleti statunitensi Tommie Smith e John Carlos vengono espulsi dalla nazionale olimpica; 2014 - esce "MALEDETTO POSITIVISMO" un disco che cambiera' le generazioni future! Quindi Comprate!

sabato 18 ottobre 2014

presido su jobs act e legge di stabilità

domani 17.30 presidio in piazza boccolino su jobs act e legge di stabilità

DOPO IL JOBS ACT ALTRE PORCATE

Il jobs act con la conseguente soppressione dell’art. 18 per i neo assunti si accompagna all’ennesima manovra liberista annunciata dal governo Renzi, non eletto ma  sempre più deciso ad usare decreti legge e deleghe in bianco che accompagnano la distruzione della democrazia formale alla distruzione dei diritti dei lavoratori. Il tutto con la complicità del presidente Napolitano che usa la sua carica al limite di un prolungato golpe bianco.
Con il cosiddetto contratto a tutele crescenti  si precarizza anche il lavoro a tempo indeterminato, incentivando le aziende a ricorrervi in cambio di sgravi fiscali e contributivi... tanto potranno licenziare come vogliono! Il paradosso renziano sarebbe anche divertente se ci fosse qualcosa da ridere; dal momento che esistono lavoratori cui ancora sono garantiti dei diritti ed altri ai quali non viene applicato lo statuto dei lavoratori (precari, piccole aziende, parasubordinati…) per una giusta uguaglianza togliamoli a tutti.
E’ facile scommessa  che mentre passa il licenziamento libero, il cambio riduttivo di mansioni (e stipendi), l’ennesimo blocco per altri tre anni dei contratti statali non si vedrà traccia delle tutele crescenti, nè di forme di welfare e reddito sganciate dal lavoro. Già la miseria degli 80 euri non è previsto sia estesa a pensionati ed autonomi, come promesso, mentre sono prevedibili prossimi attacchi massicci alla cassa integrazione.
La truffa del Tfr è anche più bella. Il pinocchio fiorentino ci racconta che sono soldi messi in busta ai lavoratori; in realtà saranno comunque maggiormente tassati,  quasi il doppio, sia che rimangano in azienda o che incrementino le pensioni private, come avveniva adesso, sia per la libera scelta del lavoratore, costretto dalla tassazione  o dalla necessità ad attingervi, pagandoci così l’irpef e la possibile conseguente riduzione di sgravi nei servizi.
L’annunciato taglio dell’Irap di 4 ml alle regioni, oltre ai tagli dei fondi ai comuni ha già provocato le proteste degli amministratori locali, ben consci che questi cadranno quasi interamente sulla sanità ed i servizi e potranno vederli nel ruolo di esattori-strozzini aggiuntivi.
Prima di cambiare (in meglio) il welfare o le regole del lavoro occorre estendere a tutti  le garanzie dello statuto dei lavoratori e, dove non potessero le piccole imprese, deve farsene carico uno stato che curi gli interessi delle classi popolari.
Il 25 ottobre occorre dare una grande risposta di massa, pur denunciando le responsabilità della Cgil per aver appoggiato  gran parte delle controriforme che ci hanno portato a questa situazione, ma per preparare lo sciopero generale. Per occupare oltre alle fabbriche, le vie di comunicazione ed i centri istituzionali che ci hanno privato della sovranità popolare per metterci nelle mani della BCE, degli eurocrati di Bruxelles e dei diktat tedeschi.
Partenze da Osimo maxipark ore 4.00 – Castelfidardo piazza Marina ore 4.00 Loreto stazione 4.15
Lotta di Unità Proletaria Osimo

lunedì 13 ottobre 2014

Ancora Kobane

Di seguito un art. che sinteticamente restituisce correttamente "sui piedi" (va da sé, per camminare avanti) la situazione della zona di conflitto in medioriente,attualmente  tempestata dallo ISIS/IS e dal censura dei media mainstream occidentali nei confronti del  ruolo del PKK (tutte notizie già note a chi non si è limitato a leggere i giornali o a vedere i tg nazionali per informarsi).
[ovviamente troverai modo di storcere il naso su alcuni passaggi...]

di SANDRO MEZZADRA.
Nei giorni scorsi, H&M ha lanciato per l’autunno una linea di capi d’abbigliamento femminili chiaramente ispirata alla tenuta delle guerrigliere curde le cui immagini sono circolate nei media di tutto il mondo. Più o meno nelle stesse ore, le forze di sicurezza turche caricavano i curdi che, sul confine con la Siria, esprimevano la propria solidarietà a Kobanê, che da settimane resiste all’assedio dello Stato islamico (IS). Quel confine che nei mesi scorsi è stato così poroso per i miliziani jihadisti oggi è ermeticamente chiuso per i combattenti del PKK, che premono per raggiungere Kobanê. E la città curda siriana è sola davanti all’avanzata dell’IS. A difenderla un pugno di guerriglieri e guerrigliere delle forze popolari di autodifesa (YPG/YPJ), armati di kalashnikov di fronte ai mezzi corazzati e all’artiglieria pesante dell’IS. Gli interventi della “coalizione anti-terrorismo” a guida americana sono stati – almeno fino a ieri – sporadici e del tutto inefficaci. Già qualche bandiera nera sventola su Kobanê.
Ma chi sono i guerriglieri e le guerrigliere delle YPG/YPJ? Qui da noi i media li chiamano spesso peshmerga, termine che evidentemente piace per il suo “esotismo”. Peccato che i peshmerga siano i membri delle milizie del KDP (Partito Democratico del Kurdistan) di Barzani, capo del governo della regione autonoma del Kurdistan iracheno: ovvero di quelle milizie che hanno abbandonato le loro posizioni attorno a Sinjar, all’inizio di agosto, lasciando campo libero all’IS e mettendo a repentaglio le vite di migliaia di yazidi e di appartenenti ad altre minoranze religiose. Sono state le unità di combattimento del PKK e delle YPG/YPJ a varcare i confini e a intervenire con formidabile efficacia, proseguendo la lotta che da mesi conducono contro il fascismo dello Stato islamico.
kobaneSì, perché è pur vero che l’IS è stato “inventato” e favorito da emirati, petromonarchie, turchi e americani: ma sul terreno non è altro che fascismo. Ce lo ricorda l’ultima pallottola con cui si è uccisa l’altro giorno a Kobanê la diciannovenne Ceylan Ozalp, pur di non cadere nelle mani degli aguzzini dell’IS. Qualcuno l’ha chiamata kamikaze: ma come non vedere il nesso tra quella pallottola (tra quell’estremo gesto di libertà) e la pastiglia di cianuro che, dall’Italia all’Algeria e all’Argentina, hanno portato in tasca generazioni di partigiani e combattenti contro il fascismo e il colonialismo?

Ciao Roberto

All’inizio dell’estate non avevi resistito al tuo bisogno di comunicare, di stare in mezzo alla gente ed agli amici; parlammo durante una tua passeggiata per il corso che avrebbe messo a dura prova i medici più indulgenti, non i tuoi familiari ed amici che conoscevano la tua determinazione, anzi … la tua calma quanto ostinata  cocciutaggine. Dicesti che eri sereno rispetto all’eventualità della morte, l’idea oramai non ti spaventava più. Quindi l’avevi vinta. Certo le cure prevedevano qualcosa di forse ancor più difficile a cui rassegnarsi, quando avresti dovuto isolarti in una sorta di campana di vetro, evitare la contaminazione degli altri; quello che avevi sempre cercato nella tua esperienza culturale, professionale e politica. La tua visione ambientalista era vicina a certe teorie decresciste ma questo non ti ha impedito di candidarti nella lista della sinistra Osimo in Movimento, poi come semplice candidato insieme alla tua compagna, giusto per dare una mano, nella lista Osimo in Comune, di linea comunista. Ovviamente c’erano visioni differenti; tu pensavi che si doveva cercar di cambiare le storture del potere dal basso, con la concretezza delle pratiche alternative, superare il capitalismo ampliando le sacche di resistenza ed i modelli alternativi che all’interno di esso ancora potevano darsi, per quanto inizialmente minoritari; noi continuiamo a credere che occorra agire per sovvertire i rapporti di forza tra le classi, attaccare il capitalismo nelle sue fondamentali cinghie di trasmissione di comando delle relazioni sociali e produttive.

lunedì 6 ottobre 2014

Kobane



La probabile imminente  caduta  di Kobane conferma la estrema complessità del conflitto in atto a cavallo tra Siria ed Iraq, il doppio o triplo gioco delle potenze regionali e l’ambiguità dell’intervento occidentale. Se dietro l’invasione dei volenterosi  che portò alla caduta di Saddam Hussein erano chiari i pretesti infondati (le armi di distruzione di massa) ed altrettanto le ragioni fondate (il petrolio, la sicurezza di Israele, gli affari della guerra e della ricostruzione, una visione geostrategica, per quanto velleitaria) non altrettanto chiare sono le prospettive dell’intervento aereo della coalizione anti-Isis. Ma si evince sicuramente dall’andamento dell’assedio a Kobane come  gran parte degli attori coinvolti concordino nel lasciar fare le milizie sunnite riguardo un lavoro sporco che può tornar utile a molti. Eliminare le roccaforti curde dai confini  tra Siria ed Iraq, nell’autoproclamato califfato o in quella che potrebbe diventare una più realistica statualità omogenea sunnita, fa comodo a molti dei finanziatori occulti o palesi dei ribelli anti Assad; fa comodo forse anche allo stesso regime siriano, ai suoi alleati iraniani ed ai suoi nemici turchi, tutti altrettanto interessati ad eliminare in nuce la possibilità di un indipendente Kurdistan che possa costituirsi a cavallo dei loro paesi dagli inadeguati confini coloniali. Lo stesso traballante governo iracheno, che ha dovuto concedere autonomia e i pozzi di Kirkuk, non vede sicuramente di buon occhio un eccessivo rafforzamento del prestigio curdo per il ruolo dei pesh merga sui campi di battaglia contesi ai miliziani jihadisti; un ruolo che potrebbe in futuro  consolidare spinte alla scissione del Kurdistan iracheno. Un eventuale massacro poi potrebbe tornar utile per giustificare l’accentuarsi  dei bombardamenti occidentali, nel corso di questo assedio limitati a qualche sporadica azione dimostrativa, non certo per timore dei danni collaterali o perché le batterie assedianti, piazzate sulle colline, non siano visibili; potrebbe tornar utile per giustificare un intervento di terra in cui i turchi, per fare un esempio, al di là dei proclami sono effettivamente impegnati a ridosso dei loro confini, ma per impedire ai “loro” curdi di unirsi agli assediati. Un intervento di terra che potrebbe contare sulla emotività di un opinione pubblica adeguatamente indignata ad un massacro  annunciato, quanto preparato, dai presunti giustizieri

venerdì 3 ottobre 2014

la guerra tra poveri non la risolve l'uefa ma intanto... meniamoli!

Ancona - Fascisti e razzisti... no pasarán

  
3 / 10 / 2014
Il prossimo 18 Ottobre 2014 il sedicente gruppo politico Forza Nuova ha lanciato in cinque città italiane (Ancona, Bergamo, Napoli, Palermo, Venezia) un corteo contro l'immigrazione. Ancora una volta il gruppo di estrema destra  cerca la possibilità di uscire allo scoperto, strumentalizzando la tematica dell'immigrazione per fomentare razzismo e intolleranza. 
Se questi squallidi personaggi hanno pensato di usare la città di Ancona come loro palcoscenico, si stanno sbagliando di grosso! Non c'è discussione possibile, tanto meno nella nostra città, che ha dimostrato di poter essere un luogo accogliente per tutti, tranne per coloro che come i forzanovisti vogliono instaurare nel territorio principi basati su xenofobia e razzismo. Come disse il Sindaco Schramm di Colonia in prima fila a impedire un raduno nazista nel 2008: “a questa cricca marcia possiamo solo indicare la porta d'uscita, non c'è posto per razzismo, intolleranza, discriminazione e ogni odore di fascismo”.
Da poco è passata la ricorrenza della settimana rossa in Ancona. Comune e Regione sono stati promotori di un diffuso calendario di iniziative che hanno coinvolto numerose  associazioni. In occasione della presentazione del progetto, è stato detto dalle istituzioni rappresentate in conferenza stampa:  "A cento anni di distanza, quella scintilla deve ancora illuminare la nostra storia e l’idea del presente".
Per questo invitiamo le istituzioni locali a  prendere una netta posizione contro la  presenza nella nostra città di Forza Nuova, alla quale non deve essere concessa alcuna agibilità politica. Ricordiamo che in differenti città italiane il gruppo fascista è stato promotore di ronde per la "sicurezza" che sono sfociate in veri e propri linciaggi nei confronti di migranti, persone senza casa, rom...
Anche la UEFA ha preso provvedimenti contro i gruppi xenofobi che  sono presenti nelle curve degli stadi italiani ed europei. Per contrastare tale fenomeno, tra le varie iniziative, ha prodotto un libretto in cui sono raffigurati tutti i simboli appartenenti ai movimenti di estrema destra presenti in Europa. Tra questi anche quelli di Forza Nuova e Casa Pound! La UEFA ha divulgato tale materiale per richiedere alle singole federazioni di calcio di istituire un regolamento severo contro il razzismo, l'omofobia  e le discriminazioni in genere.
 Tutte le istituzioni hanno sempre il  dovere di vietare che simili orrori entrino a far parte  del patrimonio culturale del nostro paese e di quello europeo.
 Il centro sociale Asilo politico invita tutte le realtà antifasciste e antirazziste a mobilitarsi sabato 18 ottobre per consegnare l'unico e vero foglio di via a chi né qui né altrove deve trovare cittadinanza.
 FUORI FORZA NUOVA DA OGNI CITTA’!
 FUORI I NEOFASCISTI DA ANCONA!

Centro Sociale Asilo Politico

venerdì 26 settembre 2014

Enbedded

Il giornalista deve rendere la verità, quantomeno la verità del momento” ha detto la Goracci durante la conferenza organizzata al chiostro di San Francesco nell’ambito del festival marchigiano del giornalismo. Questa affermazione di deontologia professionale esprime bene il ruolo che sta assumendo la stampa occidentale, ma andrebbe ulteriormente precisato con l’aggiunta  "la verità conveniente e del politicamente corretto del momento”.  In tal modo avrebbe chiarito al numeroso pubblico presente il suo lavoro di embedded durante la guerra di Libia, quella guerra a cui Berlusconi è stato costretto controvoglia, al pari di Obama, dalla “pruderie” neocolonialista francese e dallo starnazzare del Pd di casa nostra, in particolare di Bersani.

Font D'Art

Un movimento per rivitalizzare il luogo (Fonte Magna + campetto dei frati) ... live music... dj set...esposizioni d'art...visual performance... spettacoli danza...artigianato artistico...food & drinks ... e andiamo!!!



LEspace-Est-A-/VOUS*


0.    Oltrepassando le odierne (apparenti) dicotomie Pubblico-Privato, Stato-Mercato, Politica-Economia ecc., quali sono i reali fattori costitutivi del legame sociale? Quali sono i veri presupposti, le pratiche concrete che presiedono a qualunque forma di istituzionalità (“artificiale”,“contrattata” e comunque convenzionale: la “norma”, il “denaro” ecc.)? Senza aver la pretesa di fornire definitive risposte a tali enormi questioni, si può almeno dire che ogni logica di istituzionalizzazione (pubblica o privata) risponde a un piano più profondo dell’agire –ovvero, delle razionalità e delle espressività individuali/collettive- che si situa alle radici di ogni processo di socializzazione e, pertanto, di ogni sua possibile normalizzazione in norme e convenzioni.

giovedì 25 settembre 2014

Sabato 27 manifestazione nazionale per la Palestina a Roma


Appello per una manifestazione nazionale in sostegno al popolo palestinese
L’aggressione Israeliana contro il popolo palestinese continua, dalla pulizia etnica del 1948, ai vari massacri di questi decenni, dal muro dell’apartheid, all’embargo illegale imposto alla striscia di Gaza e i sistematici omicidi mirati, per finire con il fallito tentativo di sterminio perpetuato in questi ultimi giorni sempre a Gaza causando più di 2000 morti ed oltre 10.000 ferite.
Il Coordinamento delle comunità palestinesi in Italia indice una manifestazione nazionale di solidarietà:
- per il diritto all’autodeterminazione e alla resistenza del popolo palestinese;
- per mettere fine all’occupazione militare israeliana;
- per la libertà di tutti i prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane;
- per la fine dell’embargo a Gaza e la riapertura dei valichi;
- per mettere fine alla costruzione degli insediamenti nei territori palestinesi;
- per il rispetto della legalità internazionale e l’applicazione delle risoluzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
- per uno stato democratico laico in Palestina con Gerusalemme capitale (come sancito da molte risoluzioni dell’Onu);
- l’attuazione del dritto al ritorno dei profughi palestinesi secondo la risoluzione 194 dell’Onu e la IV Convenzione di Ginevra.
Chiediamo a tutte le forze democratiche e progressiste di far sentire la loro voce contro ogni forma di accordi militari con Israele.
Chiediamo al Governo italiano e in qualità di presidente del “semestre” dell’UE di adoperarsi per il riconoscimento europeo dei legittimi diritti del popolo palestinese e mettere fine alle politiche di aggressione di Israele, utilizzando anche la pressione economica e commerciale su Israele.
Il coordinamento delle Comunità palestinesi in Italia chiede a tutte le forze politiche e sindacali e a tutti le associazioni e comitati che lavorano per la pace e la giustizia nel mondo di aderire alla nostra manifestazione inviando l’adesione al nostro indirizzo mail :comunitapalestineseitalia@hotmail.com
Coordinamento delle Comunità Palestinesi in Italia

lunedì 22 settembre 2014

lunedì 29 dicembre riunione sul Ttip


Ho gia` accennato al TTIP in questa mailing-list... Riassumo ricordando che tale accordo
internazionale, di stampo commerciale, prevede fra l'altro la chiamata in giudizio di
qualsiasi ente pubblico le cui delibere possano in qualche modo essere considerate a
danno della societa` interessata (multinazionale) sulla base della non aderenza ai
termini dell'accordo stesso.
Esempio...
Riusciamo finalmente a convincere il Comune di Osimo e l'ATO3 delle Marche ad affidare la
gestione del servizio idrico integrato ad un ente di diritto pubblico, anche come
conseguenza di quanto democraticamente espresso dal popolo italiano nel referendum del
2011... Se una multinazionale dell'acqua con mire in Italia dovesse un giorno
considerarsi danneggiata commercialmente da tale determinazione istituzionale, che
evidentemente ne esclude i profitti nei propri territori in quanto attivita`
privatistica, potrebbe intentare un processo per risarcimento danni contro i nostri enti
sulla base del TTIP; e a nulla varrebbe la portata democratica della nostra
determinazione, saremmo costretti a farci carico del "risarcimento danni" per mancati
potenziali profitti.
Per questo e per tanti altri motivi il movimento per l'acqua sta organizzando
un'opposizione al TTIP ed il 29-09-2014 alle 21 attivisti oppositori dei nostri
territori, anche d'esperienza esterna al movimento, s'incontreranno (c'incontreremo)
presso la sede dell'AMBASCIATA DEI DIRITTI, ad Ancona in via Urbino, 18 (si trova nella
zona fra la stazione ferroviaria e piazza Ugo Bassi).
Alberto Orioli

venerdì 19 settembre 2014

Sabra e Chatila

L'articolo allegato è una efficace illustrazione/descrizione -e insieme stupendamente e stilisticamente bella per quanto  possa confacersi tale aggettivo all'oggetto della medesima illustrazione/descrizione- di ciò che Fisk vide ed esperì direttamente sul luogo dell'eccidio.

Il massacro dimenticato

venerdì 12 settembre 2014

Sta nascendo "Restiamo Umani"

Il comitato cittadino ispirato al motto di Vittorio Arrigoni “restiamo umani” incontra una prevedibile gestazione difficile, soprattutto per via del profilo che alcuni vorrebbero prevalentemente pacifista e volto ad iniziative umanitarie; ci siamo permessi di far notare come queste funzioni siano già più o meno ben svolte dai Cantieri di pace ai quali potrebbero aderire quanti condividono tale impostazione, senza fare inutili doppioni. Altri ritengono di dover limitare il raggio d’azione alla esclusiva solidarietà verso il popolo palestinese,  oppure sono mossi dall’incombenza politica di dare corpo alla recente mozione passata in consiglio comunale, partita su decenti intenzioni ma poi svilita dagli emendamenti di marca Pd-Altra Osimo. La nostra proposta, in parte incontrandosi con quella emersa da alcuni esponenti del movimento 5 Stelle, rimane quella di dar vita ad uno strumento in grado di fare intervento sia rispetto alla questione palestinese che su altre gravi crisi ugualmente vicine, prime fra tutte l’Ucraina e la guerra in Iraq-Siria; guerre che hanno provocato spontaneamente discussioni e preoccupazioni nei precedenti due incontri, pur non essendo all’ordine del giorno, soprattutto in quanto vedono l’Italia, tanto per cambiare, pericolosamente allineata sulle posizioni Usa e già impegnata ad armare le parti "amiche".

domenica 31 agosto 2014

Pensiero debole ma spalle forti


Gianni Vattimo rimane un compagno di provata coerenza antimperialista, come confermò il suo intervento in Osimo in occasione di una nostra iniziativa sulla invasione israeliana del Libano. Abbiamo appreso con piacere  la consegna del premio per i suoi meriti filosofici e per la promozione dei valori euromediterranei in occasione del festival Adriatico Mediterraneo. Il direttore Giovanni Seneca ha conferito il riconoscimento come previsto, ironizzando sul suo altisonante cognome senz’altro adatto a valutare di meriti filosofici, tra l’imbarazzo di politici e consiglieri, sensibili alle proteste della comunità ebraica. Questa era tra i promotori della manifestazione, sorta in continuità con il festival klezmer,  ma aveva ritirato il proprio patrocinio per via delle ineccepibili prese di posizione del filosofo ed ex parlamentare europeo contro i recenti massacri perpetrati dall’esercito sionista nei confronti dei palestinesi di Gaza. Vattimo non ha fatto nessuna retromarcia, difendendo le sue idee e respingendo l’accusa di antisemitismo, per rivendicare il proprio antisionismo e l’abbraccio alla causa palestinese; poi è andato anche oltre, auspicando un legame fraterno tra i paesi del sud del mediterraneo, considerati uniti da comuni radici e valori, estranei invece ai popoli di cultura anglicana e protestante. Complimenti a lui ed al direttore per  aver tenuto la schiena ben diritta senza cedere alle numerose pressioni di questi giorni.

lunedì 25 agosto 2014

Intervista ad un miliziano del Donbass


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Di Ilja Degtjarov – Fonte originale: slavyangrad.de – Trad. It.: Aramis Gianini

 Un’intervista con un insorto dalla Ucraina orientale. Egli vive e combatte in una zona dove l’esercito ucraino si è infranto tre settimane fa, vicino al confine con la Russia nella regione di Donetsk. Ha voluto mantenere l’anonimato per quanto riguarda la sua identità, ma ha confidato che era un ricco uomo d’affari prima della guerra.
Perché sei diventato un ribelle?
Perché io non sono d’accordo con questo governo e con le cose che stanno accadendo. Non sono d’accordo con questo atteggiamento verso il popolo. Non potevo più sopportare di guardare le persone che vengono maltrattate. Pertanto sono diventato un ribelle, anche se ho già 53 anni. Non sono d’accordo con il fatto che sono venuti nella mia regione. Io proteggerò i miei alberi, le mie pietre, le case, i bambini, le donne e tutto il resto.
Dove si pone il tuo ottimismo? Combattete contro l’esercito ucraino e migliaia di mercenari stranieri. L’intero Occidente sostiene l’Ucraina. Come potere rimanere ottimisti sulla vittoria?
Abbiamo un popolo eroico che nessuno è mai riuscito a sottomettere. La vittoria sarà nostra, e anche se moriremo, lo faremo in piedi e non in ginocchio. Abbiamo la nostra visione, abbiamo qualcosa per cui vogliamo lottare, per fare in modo che i nostri nipoti crescano qui. E se moriremo noi stessi, i nostri nipoti vivranno come si deve vivere, cioè in un paese libero.
La maggioranza dei media occidentali segnala che, in realtà, gli insorti sono composti da unità dell’esercito regolare russo o da operatori speciali dello stesso. Cosa ne pensi?
Non stiamo combattendo per la Russia, noi combattiamo per il nostro popolo. La Russia è un paese libero, un paese dove si può vivere liberamente, senza necessità di sottomissione agli Stati Uniti e l’Unione europea. Sappiamo come si può vivere in Russia e vogliamo vivere in quel modo. Non vogliamo inchinarci a nessuno. Noi siamo un popolo libero.

giovedì 21 agosto 2014

L.U.P.O.:Sintesi dell'intervento al forum europeo di Assisi "Oltre l'euro l'alternativa c'è"

La sinistra ed il tabù della sovranità nazionale

Gli schiaffoni dati da Draghi alle velleità di Matteo Renzi con l’invito a cedere sovranità a Bce e Commissione Europea per quanto concerne le riforme strutturali sono stati assorbiti con il consueto ebetismo, non solo da lui ma da tutta la sinistra, mentre a destra si è levato qualche disappunto di circostanza. Dopo oltre un ventennio dal trattato di Maastricht vige ancora nella grandissima maggioranza della sinistra, anche di quella antagonista, una ostinata pregiudiziale filoeuropeista ed antisovranista che si è mantenuta fin alle ultime elezioni europee con la lista Tsipras della Spinelli, quando è oramai evidente anche ai sassi che l’Ue e l’Euro sono costruzioni ultraliberiste, strumenti di impoverimento dei lavoratori e concentramento di capitali a vantaggio delle oligarchie finanziarie e delle economie nordeuropee. Al costante peggioramento degli indici economici e delle condizioni di vita delle classi popolari le destre sono riuscite a dare risposte pronte, quanto strumentali, in Francia ed in gran parte dei paesi dell’Unione; in Italia hanno sviluppato posizioni antieuro e sovraniste addirittura in pochi mesi prima delle elezioni, mentre la sinistra, continua come un pugile suonato ad agitarsi a vanvera su un Europa dei popoli che abbandonerà le politiche di austerità per avviare un nuova fase di crescita solidale, stimolata dal protagonismo fraterno dei lavoratori nell’imprescindibile nuovo spazio europeo, solo possibile luogo di rivendicazione e conflitto al posto del superato spazio nazionale.

lunedì 11 agosto 2014

Re di fiori

Izzat Ibrahim al-Duri"...aggrapparsi al popolo, tutto il popolo da Zakho al Fao. Il popolo è il luogo d’accoglienza sicura e fedele della Jihad e dei Mujaheddin ed è il sostegno fondamentale ed unico della nostra Jihad. Noi preghiamo i nostri fratelli nelle fazioni islamiche e della Jihad di superare i confessionalismi, le etnie, i regionalismi e le contrapposizioni cittadini-contadini". Bisogna che sappiano che il nostro popolo autentico nel sud e Centro Eufrate è quello che ha affrontato la tempesta febbrile khomeinista negli anni 80 del secolo scorso ed è lui che ha messo in ginocchio gli eserciti safavidi ed ha offerto i più cari e grandi sacrifici. Questo popolo oggi è felice per le nostre vittorie, più di altri figli dell’Iraq, avendo subito a lungo l’aggressione, l’ingiustizia, la tassazione ingiusta, gli abusi e la divisione" "...accordare il perdono, la clemenza e l’indulgenza a quanti hanno sbagliato ed a quanti, spinti dalla necessità, sono stati costretti a lavorare con il governo dei collaborazionisti e dei nostri servili traditori, prendendo esempio dal nostro amatissimo profeta, che un tempo perdonò coloro che meritavano la morte.
Abbiamo sempre condannato l'uccisione di innocenti e civili e condanniamo fermamente quella dei membri dell'esercito, della polizia e dei funzionari governativi. Condanneremo tutti gli atti orribili, contrari alle leggi celesti e secolari, subiti dagli sciiti, dai membri delle varie sette religiose e dalle varie etnie"
"I media hanno deformato le mie parole quando ho detto che i combattenti di Al-Qaida sono i nostri fratelli nella jihad.
Avevo aggiunto: alla condizione che cessino di prendersela coi civili, con la polizia e con l'esercito e che concentrino i loro sforzi contro gli occupanti ed i loro scagnozzi. Il nemico principale è l'Iran rappresentato, in particolare, dalla Guardiani della rivoluzione iraniana – i Pasdaran – e dalla brigata Al-Quds e i suoi alleati.
La Resistenza Patriottica si applica solo, come ho detto, contro gli invasori.
La Resistenza non uccide i civili, non attacca i caffè, i luoghi di culto, i mercati, gli stadi.
Il dovere di Resistenza è un diritto sacro, qualunque sia il nemico: americano, britannico o iraniano.
Noi facciamo una netta distinzione tra terrorismo e Resistenza.
Il nostro piano d'azione è chiaro come il sole.
Non bisogna dare per scontato tutti i comunicati firmate da Al-Qaeda, dallo Stato islamico del Iraq e del Levante o da Daash … La maggior parte di essi sono inganni dei media" (fonte intervista di Gilles Munier)
"L’Arabia Saudita è il baluardo della resistenza contro ogni complotto che ci vuole travolgere sia come esistenza che come identità. Se non fosse stato per l’Arabia Saudita, il miscredente Iran avrebbe avuto la supremazia nella nostra regione emanando corruzione e sventure.
Dio conservi il regno Saudita che sta proteggendo la rivoluzione del …popolo siriano, sta proteggendo il Bahrein contro i rivoltosi e sta conservando l’integrità del Golfo.
La fede in Dio dell’Arabia Saudita sta proteggendo anche l’Iraq, l’Egitto, lo Yemen, il Libano e la Somalia. In Iraq non ci sono terroristi ma rivoluzionari" (fonte dichiarazioni riportate da rete Al Manar e rivista Ahram al arabi)

Queste dichiarazioni di Al Douri confermano divisioni circa la conduzione della guerra delle forze ribelli sunnite malgrado le necessitate alleanze, indicando al contempo differenti esiti strategici, essendo gli ex baathisti e le altre forze ad essi collegate (ad esempio quelle sufi) principalmente interessati all'unità del paese che si vuol riportare ad un egemonia sunnita ma senza applicare la pulizia settaria, mentre Isis e le forze jihadiste di ispirazione wahabita - proclamando il califfato - evidenziano un differente progetto che necessita una omogeneità politico-confessionale per il quale si rende necessaria l'assimilazione forzata o il trasferimento delle popolazioni ostili o potenzialmente ostili, praticando anche il terrore di massa che le induce alla fuga. Ma l'attestato all'Arabia Saudita, quella stessa che fornì le basi per l'attacco al suo paese nella prima guerra del Golfo, lascia pochi dubbi su quali siano invece i suoi principali finanziatori, così come delle principali armate di "liberazione" che si contendono il futuro dell'Iraq e della Siria. I miliziani dell'Isis sono definiti a tutt'oggi opposizione (o ribelli) in Siria e terroristi in Iraq dai media occidentali mentre per quelli sauditi sono comunque liberatori. L'accelerazione data da Obama all'intervento americano, comunque prevedibile, sembra voler propendere per una unità dell'Iraq, prima che la mobilitazione sciita renda irreversibile la guerra settaria, ma soprattutto per ridimensionare le aspirazioni al califfato; il ruolo dell'Isis va bene finchè combattono per rimuovere il regime di Assad ma non quando puntano a costruire una entità politica a cavallo degli stati definiti dai confini coloniali. I pretesti umanitari, per quanto siano reali e da condannare le pratiche di vera e propria pulizia etnica - pratiche che potrebbero essere fatte proprie anche dalle forze curde che difendono i loro territori, perchè nessuno vuole rischiare quinte colonne infiltrate in casa in questa situazione - servono ancora una volta per nobilitare l'ennesima ingerenza imperialista. Soltanto che oggi si fatica ad intravedere  la formazione di un fronte antiimperialista, in quanto gli attori che si contendono la supremazia nella regione, a cominciare da Iran ed Arabia Saudita stanno assumendo da tempo un ruolo sub-imperialista che sta approfondendo la guerra confessionale dentro l'Islam  ed allontanando la prospettiva di autodeterminazione dei popoli, a cominciare da quello palestinese. Nella avanzata delle forze sunnite ci sono certamente elementi preminente di guerra di liberazione, soprattutto per quanto riguarda l'adesione delle tribù, il cambio di campo di una parte consistente dei militari iracheni sunniti con i loro arsenali (oltre i 90.000, secondo alcune stime) e la continuità delle formazioni che rispondono all'ex re di fiori in una tenace resistenza che si prolunga dalla invasione del 2003. Ma è innegabile che tale resistenza ha in parte cambiato pelle accentuando l'elemento islamico su quello socialista e quello antipersiano (il demonio savafide) su quello antiamericano. Così come è innegabile che il governo di Al Malicki si sia rivelato settario ed inetto, oramai imbarazzante anche per la nuova dirigenza iraniana impegnata a distendere i rapporti con l'Occidente, deciso soltanto nel reprimere l'ampia minoranza sunnita, fornendo  così le basi popolari  per l'avanzata del jihadismo;  sia di quello nazionalista che  quello portatore di un progetto internazionalsita, rimpinguato da combattenti e finanziamenti stranieri ma oramai disponibile di proprie consistenti risorse. Quest'ultimo potrebbe rivoltarsi in seguito ai suoi attuali sponsor, come avvenne con il quaedismo, ma allo stato attuale rimane ancora fondamentalmente eterodiretto, come in Siria. I bombardamenti americani  di questi giorni, dopo che il fronte ribelle stava impossesssandosi delle aree petrolifere più ricche tra Mosul ed Erbil, non  indicano certo che si può annoverare l'Iran, le organizzazioni popolari sciite del Medioriente o l'aspirazione dei curdi all'autodeterminazione nei fattori che favoriscono l'imperialismo Usa; semmai confermano la complessità di uno scenario, dove le "convergenze parallele" possono lasciare rapidamente il passo a nuove ostilità nel perseguimento dei propri interessi d'area. E questo vale anche per un ordine imperiale occidentale dove la guida americana da segni di indebolimento, anche nella visione strategica, pur se mantiene un notevole decisionismo quando si mettono a rischio le fonti petrolifere. Mentre la Russia di Putin sembra avere per ora una linea chiara sul sostegno ad Iran e Siria, gli Usa e l'Occidente continuano a contrastare od assecondare le emanazioni jihadiste di Arabia saudita, Qatar e Paesi del Golfo, gli interessi d'area di Egitto e Turchia, loro alleati "variabili", più secondo il principio del divide et impera che per una visone strategica di lungo periodo. E non sappiamo per quanto ancora l'intervento americano rimarrà limitato all'aviazione, tenendo a mente il precedente libico, mentre la nostra ministro Mogherini già scalpita per un coinvolgimento diretto delle nostre forze armate.