La probabile imminente caduta
di Kobane conferma la estrema complessità del conflitto in atto a cavallo
tra Siria ed Iraq, il doppio o triplo gioco delle potenze regionali e l’ambiguità
dell’intervento occidentale. Se dietro l’invasione dei volenterosi che portò alla caduta di Saddam Hussein erano
chiari i pretesti infondati (le armi di distruzione di massa) ed altrettanto le
ragioni fondate (il petrolio, la sicurezza di Israele, gli affari della guerra e
della ricostruzione, una visione geostrategica, per quanto velleitaria) non
altrettanto chiare sono le prospettive dell’intervento aereo della coalizione
anti-Isis. Ma si evince sicuramente dall’andamento dell’assedio a Kobane
come gran parte degli attori coinvolti
concordino nel lasciar fare le milizie sunnite riguardo un lavoro sporco che
può tornar utile a molti. Eliminare le roccaforti curde dai confini tra Siria ed Iraq, nell’autoproclamato califfato
o in quella che potrebbe diventare una più realistica statualità omogenea
sunnita, fa comodo a molti dei finanziatori occulti o palesi dei ribelli anti Assad;
fa comodo forse anche allo stesso regime siriano, ai suoi alleati iraniani ed
ai suoi nemici turchi, tutti altrettanto interessati ad eliminare in nuce la
possibilità di un indipendente Kurdistan che possa costituirsi a cavallo dei
loro paesi dagli inadeguati confini coloniali. Lo stesso traballante governo
iracheno, che ha dovuto concedere autonomia e i pozzi di Kirkuk, non vede
sicuramente di buon occhio un eccessivo rafforzamento del prestigio curdo per il
ruolo dei pesh merga sui campi di battaglia contesi ai miliziani jihadisti; un
ruolo che potrebbe in futuro consolidare
spinte alla scissione del Kurdistan iracheno. Un eventuale massacro poi
potrebbe tornar utile per giustificare l’accentuarsi dei bombardamenti occidentali, nel corso di
questo assedio limitati a qualche sporadica azione dimostrativa, non certo per
timore dei danni collaterali o perché le batterie assedianti, piazzate sulle
colline, non siano visibili; potrebbe tornar utile per giustificare un intervento
di terra in cui i turchi, per fare un esempio, al di là dei proclami sono
effettivamente impegnati a ridosso dei loro confini, ma per impedire ai “loro”
curdi di unirsi agli assediati. Un intervento di terra che potrebbe contare
sulla emotività di un opinione pubblica adeguatamente indignata ad un
massacro annunciato, quanto preparato,
dai presunti giustizieri
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