lupo

martedì 23 dicembre 2014

Dibattito su crisi e povertà

 Buona partecipazione all’incontro sulla crisi e le povertà. Nell'introduzione al dibattito Stacchiotti Antonio della L.U.P.0 ha sostenuto che la crisi cicliche prolungate degli scorsi decenni sono state occasione di ristrutturazioni delle imprese e dei modelli produttivi oltre che di approfondimento dello sfruttamento, come si evidenziò nel periodo dei governi di solidarietà nazionale successivi allo shock petrolifero ed all'emergenza insurrezionale. Oggi con la crisi strutturale il governo-crisi agisce più in profondità, cambiando anche la costituzione formale e distorcendo il quadro democatico istituzionale verso un sistema a-democratico  delegittimato di consenso popolare ma investito dai poteri eurocratici. 
Molto articolato e segnato da manifestazioni di consenso l'intervento di Giorgio Cremaschi, il quale ha evidenziato come la disoccupazione di massa sia un processo indotto per provocare guerre tra poveri e ricattabilità dei lavoratori, ha ricordato le conquiste sui diritti ed i servizi in una fase in cui le dure lotte sul lavoro pagavano e definivano la civiltà di una società, il ruolo del vecchio collocamento pubblico, ora in gran parte sostituito dalle agenzie usa e getta, con le imprese che dietro la balla del merito puntano invece ad avere lavoratori intercambiabili ai contratti piu bassi.
Ha messo in evidenza la sintonia tra un Renzi  costruito mediaticamente e la Merkel, anche nei provvedimenti sul lavoro. Ha ribadito  il passaggio del suo libro in cui la holding bancaria Morgan-Stanley, in un documento del 2013, dava indirizzo per riforme politiche oltre che economiche, volte a modificare costituzioni ed istituzioni democratiche, soprattutto nei paesi del sud europa, considerate troppo intrise di protezioni sociali e poco aperte agli imput dei mercati; ricordato anche il ruolo del dirimpettaio di Renzi, Tony Blair, quale strapagato consigliere. Denunciate le tante malefatte tra cui le vergognose norme antiriciclaggio che consentono di cavarsela ai grandi evasori versando un solo 10% del malloppo.
Silvana Pazzagli ha ricordato lo sciopero del 12 e la scelta di andare oltre la consueta parata sindacale, bloccando la circolazione delle merci. Si è soffermata sull’aspetto alienante del lavoro ribadendo la centralità della battaglia per il reddito garantito, su cui Cremaschi ha insistito per coniugarlo ad una riduzione generale dell’orario di lavoro. Rispetto all’esperienza delle occupazioni per i senzatetto ha rilevato il superamento del tabù della occupazione, in quanto pratica illegale, da parte della sinistra anconetana e di parte della città: tali esperienze puntano a crere "zone franche" di contropotere e mostrano l'importanza di pratiche volte ad affermare i diritti più che a richiederli, denunciando anche come oramai inadeguato il meccanismo delle graduatorie per coprire le  crescenti esigenze del diritto all'abitare.
Anche l’intervento di Salvatore Amura ha denunciato le incongruenze sui criteri di assegnazione che dovrebbero essere sottoposti a controlli trasparenti insieme ad indispensabili aggiornamenti dei rilevamenti Isee, dal momento che la facilità con cui si può perdere lavoro e peggiorare condizione sociale rende fuorviante il rilievo retroattivo. Proposte anche liste di disoccupazione con accesso prioritario ai residenti, oltre che la costituzione di una cooperativa da impiegare in attività localmente utili; per le morosità ha rinnovato la  richiesta di una erogazione ridotta, ma garantita nell’essenziale, a quanti hanno difficoltà con le bollette. Riscontrata una apparente apertura del sindaco su tali proposte.
Fabio Pasquinelli ha denunciato l’intenzione di questo governo di vendere le poste, le reti del gas e dell’energia, le infrastrutture alle multinazionali. Non vede spazi di riformismo ma la necessità di un movimento di ribellione. Ha colto anche un aspetto ideologico culturale nella volontà del Nord Europa, fondamentalmente protestante, a voler sottomettere il Sud cattolico, depredandolo di beni e risorse. Ha evocato anche un imminente rischio di guerra a causa della crisi in Ucraina e dell’approfondirsi dell’ostilità verso la Russia. Sulle problematiche sollevate dalle crescenti povertà ha dichiarato che non ci sono risorse per gli enti locali se non vendendo i beni pubblici. Il suo è stato una sorta di intervento shock che ha provocato sconcerto soprattutto tra gli aderenti al comitato disoccupati che magari speravano veder ventilata qualche soluzione a breve temine sulle loro proposte.
David Monticelli ha condiviso la necessità di intervenire sulle case in esubero con adeguati provvedimenti, ha ricordato le proposte sul social housing ed affermato la necessità di riconoscere i diritti a tutti in quanto cittadini, sia immigrati che italiani, senza cedere a logiche che fomentano le guerre tra poveri ed inevitabilmente si ritorcerebbero anche contro chi le assume. Ricordata anche la raccolta firme per avviare il referendum sull’uscita dall’euro. Qui Cremaschi ha specificato che si tratta di un percorso accidentato, tentato anche da lui con una sua passata proposta di legge popolare. Un percorso che comunque potrebbe avere il merito di aprire un’ampio dibattito pubblico e rilanciare un movimento popolare.
In conclusione Cremaschi ha ancora attaccato i patti di stabilità che cancellano l’autonomia degli enti locali; ha, tra l’altro, accusato Pizzarotti di governare Parma  a suon di tagli ai servizi per rientrare nel bilancio dettato dai patti, nientemeno di come faceva il PD rispetto al quale ha  ribadito la necessità, per una sinistra di classe, di rifiutare qualsiasi alleanza. In conclusione c'è stato un'auspicio per una ampia mobilitazione durante l’Expo, considerato una grande occasione per rilanciare conflitto e convergenza  di movimenti. A degna conclusione dell’incontro ha affermato che la giustizia viene sempre prima della legalità.

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