lupo

venerdì 12 settembre 2014

Sta nascendo "Restiamo Umani"

Il comitato cittadino ispirato al motto di Vittorio Arrigoni “restiamo umani” incontra una prevedibile gestazione difficile, soprattutto per via del profilo che alcuni vorrebbero prevalentemente pacifista e volto ad iniziative umanitarie; ci siamo permessi di far notare come queste funzioni siano già più o meno ben svolte dai Cantieri di pace ai quali potrebbero aderire quanti condividono tale impostazione, senza fare inutili doppioni. Altri ritengono di dover limitare il raggio d’azione alla esclusiva solidarietà verso il popolo palestinese,  oppure sono mossi dall’incombenza politica di dare corpo alla recente mozione passata in consiglio comunale, partita su decenti intenzioni ma poi svilita dagli emendamenti di marca Pd-Altra Osimo. La nostra proposta, in parte incontrandosi con quella emersa da alcuni esponenti del movimento 5 Stelle, rimane quella di dar vita ad uno strumento in grado di fare intervento sia rispetto alla questione palestinese che su altre gravi crisi ugualmente vicine, prime fra tutte l’Ucraina e la guerra in Iraq-Siria; guerre che hanno provocato spontaneamente discussioni e preoccupazioni nei precedenti due incontri, pur non essendo all’ordine del giorno, soprattutto in quanto vedono l’Italia, tanto per cambiare, pericolosamente allineata sulle posizioni Usa e già impegnata ad armare le parti "amiche".
 Questo allargamento eviterebbe la disdicevole pratica di fondare comitati ad hoc ogni volta che si manifesta una emergenza ed inoltre potrebbe conferire al comitato anche una funzione di laboratorio di analisi e prospettive, rispetto a crisi e conflitti che sono figlie di processi spesso interconnessi. La maggior complessità di un simile percorso non dovrebbe interferire con le attività pratiche sulle quali c’è già accordo, come quelle della raccolta medicinali e delle iniziative di sensibilizzazione nelle scuole. Riguardo alla mozione finale, al di là del cerchiobottismo  Pd da mettere in conto, troviamo scarsa l’argomentazione che la formula dei due stati per due popoli sia più realistica rispetto alla soluzione dei due popoli per uno stato. Come in altre occasioni è proprio il politicamente corretto a mostrarsi inadeguato se non a salvare alleanze e rendite di posizione; di realistico nella prospettiva dei due stati c’è solo la frantumazione della continuità territoriale palestinese- oggi - ed il rischio di una nuova shoah per gli ebrei israeliani, domani. Un domani  che vedesse l’egemonia americana, garante dello stato sionista, declinare o puntare su un altro cavallo. In questo senso ci permettiamo di ricordare che anche un Iran, ariano e sciita, già costituisce fattore di conflitto e contraddizione storicizzati in una regione a prevalenza semita e sunnita ed in futuro potrebbe non essere improbabile un ripensamento dell’imperialismo occidentale a guida Usa, alla ricerca di un sostituto di uno stato artificiale non più difendibile. Per la vecchia politica del “divide et impera” un fattore di destabilizzazione vale un altro, anche se per ora Teheran sembra costretto nell’orbita dell’allargamento della sfera di influenza russa. Si poteva tranquillamente strappare l’appoggio del Pd locale, che non brilla per competenze geopolitiche, rimanendo sul vago nel merito  e optare per la sicurezza dei cittadini israeliani (che qualcuno poteva interpretare per una condanna dei razzi) ed il diritto dei palestinesi ad un loro stato. La realizzazione di un unico stato sarebbe la sola a garantire la sicurezza degli attuali cittadini ebrei israeliani se mutassero i rapporti di forza internazionali, pur al prezzo di una probabile assimilazione in un mondo arabo demograficamente e culturalmente predominante nell’area. Al di là di queste inevitabili differenze auspichiamo che si debba dar corso quanto prima alle parti propositive che ancora si salvano nella mozione, inviando sollecitazioni a presidi, insegnanti e consigli di istituto ed attivando presidi di raccolta di materiale sanitario.

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