lupo

venerdì 19 aprile 2013

I funerali della Thatcher e quelli del Pd


La fine del Pd non ci commuove particolarmente; più o meno potremmo porci sul piano emotivo dei minatori  inglesi che esultavano ai funerali della Thatcher, non fosse che alle nostre latitudini cattoliche la pietas subentra in genere all’esultanza un po’ necrofila per il meritato castigo.
Eppure quel Bersani che si genufletteva alternativamente a Grillo e Berlusconi, mentre spennava leopardi, impietosiva…  faceva scordare a qualcuno le liberalizzazioni, la seconda guerra di Libia, perfino il suo sostegno allo smantellamento dell’art 18 (e son passati pochi mesi). Anche quel povero Prodi, sacrificato alla ragion di un partito morente, lui che è stato, al governo o meno, l’autentico importatore del neo-liberismo nel nostro paese nella versione social-liberista, sempre sostenuta dai governi di centrosinistra. Quei governi e quelle opposizioni di facciata dove sociale stava per “li frego meglio io” e liberista stava per: privatizzazione dell’Iri, invasione della Somalia, pacchetto Treu e precarizzazione del lavoro, privatizzazioni delle pensioni, guerra alla Yugoslavia ed all’Afghanistan, truffa dell’euro, cessione del Tfr, sudditanza eurista,  governo Monti ecc... Il Pds, Ds, Pd sono state declinazioni di una opzione politica sempre posta al governo, sostenuta dai poteri forti, quando c’erano da fare le principali riforme liberiste strutturali in virtù del controllo che per ragioni storiche esercitava sui sindacati, per poi lasciare a Berlusconi porte già sfondate in  un teatrino durato un ventennio, quello del bipolarismo  (Pua: partito unico dell’alternanza). C’hanno riprovato fino alla fine, disonore delle armi… con Marini, ex sindacalista giallo (cioè filo-padronale) e con Prodi, l’interfaccia dello puzzone, egualmente fetente. Si sono rotti i coglioni anche i  loro, quelli  fino a ieri abbeveratisi  alla trocca: I topi sono i primi a sparire alla percezione della catastrofe e la catastrofe  non è del solo Pd ma si trascinerà a ruota anche il  centrodestra perché è in crisi l’egemonia delle classi dominanti basata sul consenso dei blocchi socio-economici, contigui e subalterni, rimasti ad esse collegati finche c’era qualcosa da redistribuire. Oggi abbiamo la prospettiva di un paio di decenni di disoccupazione di massa e c’è ben poco spazio per i controllori sociali. Oggi o saltano o li facciamo saltare.

Lotta di Unità Proletaria Osimo

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