lupo

lunedì 30 settembre 2013

A Pugno Chiuso 2013 - sintesi dei due giorni

Gli interventi succedutesi nella ultima edizione di "A pugno chiuso" hanno evidenziato posizioni distanti sulle proposte riguardanti le questioni legate al territorio, mentre abbiamo notato convergenze e spirito costruttivo riguardo i temi da noi posti sulla crisi e la necessità di rompere  i vincoli dell'Europa dell’euro.
I rappresentanti delle forze di opposizione locale, nell’incontro del venerdì, hanno prevalentemente tergiversato sulla questione delle alleanze, trascurando o giudicando prematuro entrare approfonditamente nel merito dei programmi.
In questo Sel e Pelide hanno lamentato l’assenza del Pd osimano, giudicato imprescindibile per qualsiasi cartello che si riprometta di interrompere l’egemonia ed il governo delle liste civiche;
fuori dal coro il movimento 5 stelle che ha ribadito, oltre alla propria autosufficienza, l’attenzione alla giustizia sociale pur nei limiti dei patti di stabilità che si ripromettono di combattere a livello nazionale. Condivisibili le critiche venute da Rifondazione e Comunisti Italiani alle scelte imposte dalla Regione, con tagli, soprattutto alla sanità, dosati in base ai bacini di consenso; condivisibili anche gli attacchi alle politiche eurocratiche, anche se sappiamo che le posizioni dei rappresentanti locali hanno scarsa cittadinanza nei loro partiti. Osimo in comune ha dato un taglio al dibattito, dal generale al particolare (cartesiano, è stato più volte precisato), che ha finito per provocare un certo scetticismo riguardo alle possibilità concrete di opporsi dal basso ai diktat euristici, oltre che vaghezza dei relatori sui concreti programmi sociali e di salvaguardia e sviluppo del territorio.
  Ma è stato giustamente ribadito che qualsiasi promessa o programma  solidaristico sono oggi carta straccia o vane parole  se non si stacca il famoso pilota automatico (quello più volte evocato dal governatore della Bce Mario Dragh) che oggi impone i tagli dei trasferimenti agli enti locali ed i tetti di spesa, obbligando gli amministratori locali a farsi sceriffi dell’Austerity, pena sanzioni e commissariamento. Ristrutturazioni e riqualificazioni urbanistiche, incentivi al primario, promozione filiera corta, case alloggio per anziani, asili condominiali, difesa delle società pubbliche e delle strutture sanitarie rimaste, salvaguardia dei servizi pubblici, campagna di obbedienza civile su esito referendario, patti consorziali tra comuni limitrofi; su questi temi, da parte nostra ed anche dal pubblico si è più volte insistito e su questi, senz’altro, terremo il punto.
Nella giornata di sabato  abbiamo avuto gradito ospite Giorgio Cremaschi, con il quale abbiamo condiviso, da posizione forse un poco defilata, l’esperienza del movimento No debito.  La nostra critica, pur aderendo al movimento,  era determinata dalle posizioni sull’Unione Europa e sull’Euro che giudicavamo insufficienti per costruire una adeguata organizzazione anticapitalista. Pur riconoscendo le necessità inclusive che potevano giustificare una reticenza o indeterminatezza su questi temi, pensavamo che a gioco lungo  non affrontare nodi ineludibili non avrebbe pagato, né avrebbe posto al riparo da defezioni o divergenze le forze che si volevano prioritariamente tenere unite. Giorgio ha sostenuto di aver cambiato posizione ed il suo intervento, in gran parte ampiamente condivisibile, lo ha chiarito senz’altro, spazzando via ogni illusione sulla riformabilità di questa  Europa, così come ha ribadito l’assoluta alterità al Pd ed ai suoi alleati, tra le principali “armi di distrazione di massa” usate dai poteri  neoliberisti ed eurocratici.  
Sull’euro ci sono state diversità di sfumature, dalla posizione di Andrea Ricci, che guarda con interesse alla proposta del leader della Linke, Oskar Lafontaine, per un’abbandono della moneta unica ed un rilancio concordato della domanda interna tedesca, alle “provocazioni” come quella di far stampar moneta in euro da banche nazionalizzate, all’idea di una possibile moneta euro mediterranea (med). Leonardo Mazzei ha concluso definendo quello della Bce e dei poteri eurocratici il capitalismo reale da combattere tornando alla piena sovranità nazionale e monetaria, passaggio da solo non sufficiente ma imprescindibile, per un’uscita socialista dalla crisi. I temi trattati verranno approfonditi in seguito anche ospitando interventi dei relatori.
 In entrambi i dibattiti c’è stata una buona partecipazione di pubblico, segnale che la formula ridotta e concentrata non ha perso, sostanzialmente, sulla tenuta politica. L’edizione 2013 si è conclusa con la cena conviviale e l’ottima “Giullarata di fine millennio”.

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