lupo

mercoledì 4 dicembre 2013

Comunicato dei Carc sul Processo di Ancona

Alcuni compagni del partito dei Carc (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo) sono stati graditi ospiti ad Osimo, dove si sono incontrati con esponenti di L.u.p.o. e del Pcdi, prima del processo di appello che vedeva imputati presso il tribunale di Ancona due loro dirigenti. Il giudice ha deciso per una sentenza di assoluzione nei confronti di Pietro Vangeli e per la conferma (per ora) nei confronti di Massimo Amore. Durante e dopo l'udienza, si è svolto un partecipato presidio a Piazza Roma, dove abbiamo avuto occasione di portare un'attestato di solidarietà, rilevando come i militanti abbiano saputo opportunamente ribaltare la situazione sfavorevole della persecuzione giudiziaria per far arrivare ai lavoratori e cittadini le loro proposte di lotta ed il progetto politico. Gli imputati erano difesi dall'avvocato Paolo Cognini, al quale va il nostro in bocca al lupo anche per l'altro importante processo di Torino che coinvolge i militanti No-Tav, vittime, stavolta, della repressione e dei teoremi inquisitori del già noto Caselli.
Riportiamo di seguito il comunicato dei Carc



Il 3 dicembre si è svolto il processo di Appello contro la sentenza del Tribunale di Ancona che aveva condannato Pietro Vangeli, segretario nazionale del Partito dei CARC e Massimo Amore, responsabile nazionale dell’Associazione Solidarietà Proletaria (ASP) per aver “diffamato” il PM Paolo Giovagnoli della Procura di Bologna definendolo in volantini e comunicati stampa del Partito dei CARC e dell’ASP: “novello Torquemada e persecutore dei comunisti”.

Non ricostruiamo qui la vicenda se non per sommi capi: il procedimento giudiziario che Giovagnoli aveva montato per 5 anni contro la nostra area politica per “terrorismo” è finito con un nulla di fatto (“il fatto non sussiste”), ma il solerte giudice non si è mai rassegnato: oltre ad aver impugnato la sentenza del giudice Zaccariello (con un ricorso che è stato poi respinto dalla Corte di Assise), ha mobilitato amici e amici degli amici (apparati polizieschi e giudiziari) per denunciarci, appunto, per diffamazione (perché evidentemente nella Repubblica Pontificia è reato dire la verità…) e per colpire i compagni e le compagne che si sono mobilitati in solidarietà dei compagni inquisiti (ad esempio il procedimento aperto, sempre a Bologna, contro chi è stato pedinato e colto sul fatto di attaccare dei manifesti in solidarietà con gli imputati…vedete voi a che punto siamo …).

Il processo di appello si è concluso con l’assoluzione di Pietro Vangeli (perché la querela nei suoi confronti è stata presentata oltre i limiti di tempo consentiti, questione già sollevata nel processo di primo grado e ignorata dal giudice) e la conferma della condanna per Massimo Amore (in quanto responsabile nazionale dell'ASP). E’ un po’ di più di una “mezza vittoria”, è principalmente la dimostrazione che più si va a fondo e si continua a lottare tanto più si contrastano le manovre e le macchinazione ordite da Giovagnoli & C. e si scopre la coltre di complicità di cui questi personaggi godono; poco importa se il giudice si è opposto con fermezza a che i compagni, presenti in aula, leggessero una dichiarazione: in primo grado gli imputati erano 4 e solo due sono stati condannati, in secondo grado uno di loro è stato assolto… adesso porteremo la battaglia in difesa della libertà di espressione e di organizzazione e di smascheramento dell'operato della Magistratura di Bologna e della complicità di quella Ancona in Cassazione e nelle piazze.
La decennale battaglia che conduciamo, che l’area della Carovana del (n)PCI conduce, contro repressione, arbitri giudiziari, montature e tentativi di mettere fuorilegge i comunisti si lega alla diffusa resistenza di quanti e quante si ribellano agli effetti della crisi e fanno fronte alla repressione dei movimenti sociali e popolari. In piazza Roma ad Ancona abbiamo tenuto un nutrito presidio in solidarietà ai compagni Vangeli e Amore e di denuncia di questa ennesima operazione repressiva contro il P. CARC e l'ASP.

Terminato il processo il presidio si è trasferito sotto la casa di Mauro Gentile per portare la nostra solidarietà e vicinanza al compagno da quasi due anni agli arresti domiciliari (in carcerazione preventiva) con l'accusa di aver partecipato alla mobilitazione del 15 ottobre 2011 (è in corso Roma il processo che lo vede imputato per devastazione e saccheggio e tentato omicidio): abbiamo portato il nostro saluto e le nostre bandiere rosse sotto le finestre di casa sua, la sua “cella” e Mauro ci ha espresso a sua volta la sua vicinanza con una lettera di cui pubblichiamo alcuni estratti


Il giorno prima il Partito dei CARC ha portato la sua solidarietà e vicinanza agli operai della Fincantieri che si stanno mobilitando contro la “ristrutturazione” partecipando al presidio promosso da FIOM, PRC, PdCI e SEL in vista della settimana di mobilitazione nazionale che si concluderà con la manifestazione nazionale a Roma degli operai Fincantieri dell’11 e 12 dicembre prossimi.

Ringraziamo le compagne e i compagni che ci hanno espresso solidarietà, hanno partecipato al presidio, hanno sostenuto anche materialmente, la mobilitazione.





Allegato


Dichiarazione del Segretario Nazionale del Partito dei CARC ( Pietro Vangeli) e del Responsabile Nazionale della Associazione Solidarietà Proletaria, ASP ( Massimo Amore) in merito al processo di Appello contro la condanna per diffamazione del PM Paolo Giovagnoli emessa dal Tribunale di Ancona, udienza del 3 dicembre 2013


Oggi in quest’aula si tiene il processo di Appello contro la sentenza con cui il 26.10.2009 il giudice monocratico Moscaroli del Tribunale di Ancona ha condannato Pietro Vangeli, segretario nazionale del Partito dei CARC e Massimo Amore, responsabile nazionale dell’Associazione Solidarietà Proletaria a pagare 20.000 euro (più 5.000 euro di spese processuali) per aver “diffamato” il PM Paolo Giovagnoli della Procura di Bologna definendolo in volantini e comunicati stampa del Partito dei CARC e dell’ ASP : “novello Torquemada e persecutore dei comunisti”.


Il PM Paolo Giovagnoli è stato il titolare del procedimento contro il (n)PCI, il P.CARC e l’ ASP , l’ottavo negli ultimi 25 anni sempre per “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” e sempre contro la stessa area politica… procedimento durato per ben nove anni, dal 2003 al 2012. Nel luglio 2008 il GUP di Bologna Rita Zaccariello sconfessa in pieno il procedimento aperto da Giovagnoli con una sentenza “di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”, una sentenza che fa scalpore e che al pari delle sette precedenti sentenze conferma la tesi della persecuzione giudiziaria nei confronti della nostra area politica.

Giovagnoli, nel frattempo promosso Procuratore Capo a Rimini, insiste e fa ricorso alla Corte di Cassazione contro la sentenza Zaccariello. Il ricorso viene accolto (con sentenza del gennaio 2010) e la Corte di Cassazione dà mandato al Tribunale di Bologna di verificare nuovamente se ci sono gli estremi per istruire un processo. Dopo diverse udienze, il 17.10.2012 la Corte d’Assise di Bologna mette la parola fine a questa “storia infinita” assolvendo tutti gli imputati (tra i quali Vangeli e Amore) “perché il fatto non sussiste”!


Il processo di Ancona per “diffamazione” e il suo iter (avviato nel 2009, dopo la sentenza Zaccariello) e la condanna sono la conferma che è in atto un processo chiaramente politico, che si inserisce in una lunga serie di tentativi di contrastare e di creare il maggior danno possibile ad una precisa area politica. Il PM Giovagnoli, con l’appoggio della Procura di Bologna e di quella di Ancona, quando aveva intuito il possibile fallimento della sua inchiesta per associazione sovversiva (art. 270 bis del cp) contro di noi (e altri esponenti di questa area politica), per continuare (e far continuare) la sua opera di persecuzione politica e di contrasto ha fatto aprire questo e altri procedimenti per “diffamazione”.


Chi ha diffamato chi? Pietro Vangeli e Massimo Amore o meglio il Patito dei CARC e l’ ASP che in questi anni hanno detto e scritto la sacrosanta verità sull’operato di Giovagnoli, una verità per di più che è stata confermata da una prima sentenza del GUP nel luglio del 2008 e da quella della Corte d’Assise di Bologna nell’ottobre del 2012? Oppure il PM Giovagnoli, grazie al quale i compagni condannati dal giudice Moscaroli e con loro tutti i compagni del P.CARC, dell’ ASP e del (n)PCI per ben nove anni sono stati additati all’opinione pubblica come terroristi attraverso campagne mediatiche di intossicazione e diversione create ad hoc, sono stati sottoposti a intercettazioni, perquisizioni, arresti, sequestri di computer e documenti?


Chi va condannato? Pietro Vangeli e Massimo Amore che hanno esercitato un diritto riconosciuto (almeno formalmente) dalla stessa Costituzione ancora (almeno formalmente) in vigore: quello della critica politica, critica che può esplicarsi in forma tanto più incisiva e penetrante, quanto più elevata è la posizione pubblica della persona che né destinataria (Sezione settima, 11928/98, Ruffa; 3473/84, Franchini)?

Oppure Giovagnoli e soci che hanno creato una struttura illegale (il gruppo bilaterale italo-francese su terrorismo e minacce gravi) composto da giudici italiani e francesi, da dirigenti della polizia politica e dei servizi segreti italiani e francesi, da membri dei due governi, in barba al dettato costituzionale dell’indipendenza del potere giudiziario da quello esecutivo? Che hanno presentato rogatorie internazionali e disposto varie operazione poliziesche contro di noi e contro compagni a noi vicini sperperando milioni di euro sottratti ai contribuenti? Che hanno cercato di infiltrare il P-CARC con due spioni (Foglia e Cancello)?


Contro questa inchiesta e il suo carattere persecutorio hanno preso posizione, firmando il nostro appello “No alla persecuzione dei comunisti!”, in cui definiamo Giovagnoli un persecutore di comunisti, un “novello Torquemada”, più di 9 mila persone, tra cui intellettuali e politici come Dario Fo, Margherita Hack, Diliberto, Haidi Giuliani. Anche questi firmatari dovrebbero essere condannati per “diffamazione”?

La verità storica (e anche quella giudiziaria) è una sola che il PM Giovagnoli con le sue numerose inchieste per “associazione sovversiva” condotte sotto la direzione della destra reazionaria ed eversiva finite con il “non luogo a procedere” o l’“archiviazione”, ha cercato di mettere in discussione i diritti politici conquistati con la Resistenza partigiana, di mettere fuorilegge i comunisti e tutti gli oppositori politici, di istituire Tribunali Speciali, rendendo la Magistratura un fido servitore dei diktat dell’esecutivo.


Se lei, signor giudice, terrà conto dei fatti, non può che arrivare alla conclusione che siamo stati noi ad essere stati perseguitati e diffamati per diversi anni dal PM Giovagnoli e non viceversa.
Quindi quello che lei, signor giudice, è chiamato a decidere oggi è se avallare o meno (e quindi se rendersi complice o meno di) questa serie di montature giudiziarie, questo accanimento giudiziario, questi metodi, questo uso del potere giudiziario ai fini di intimidire e contrastare con ogni mezzo l’attività politica di quanti si oppongono all’attuale stato di cose e lavorano per costruire una nuova società non più basata sullo sfruttamento, sull’oppressione e sulla miseria. In sintesi si tratta di stabilire se nel nostro Paese sono ancora in vigore le libertà di opinione e di organizzazione conquistate con la Resistenza antifascista e sancite dalla Costituzione o se queste libertà sono solo ad appannaggio dei potenti (e dei loro seguaci). Questa è, in sintesi, la questione in questo processo!



Pietro Vangeli, Segretario Nazionale del P-CARC

Massimo Amore, Responsabile Nazionale dell’ ASP


Ancona, 3 dicembre 2013

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