lupo

venerdì 13 dicembre 2013

Cchiu pilu per tutti

La mobilitazione della Fiom ha avuto un esito deludente (confermando un clima da rientro nei ranghi) sia rispetto al tentativo di intercettare i movimenti  protagonisti della manifestazione del 19 che nel comizio finale del segretario Landini.
Al confronto con i movimenti per la casa è intervenuto il solito ‘Tarzan’ Alzetta, quasi a significare, per la dirigenza dei metalmeccanici, la difficoltà ad uscire dal perimetro politico rappresentato dalla sponda di Sel, ampiamente sputtanata dopo le intercettazioni di Vendola che si mette a disposizione dei Riva. Gli altri soggetti impegnati sul terreno dei bisogni reali, a cominciare dai blocchi precari metropolitani, sembrano oramai più orientati verso l’Usb, quale sindacato di riferimento. La partecipazione è risultata prevalentemente limitata ai quadri, con la gradita eccezione dei  giovani studenti e ricercatori della sanità.
Il comizio del leader davanti palazzo Chigi, su furgoncino stile Forconi (comprensibilmente stigmatizzati per le proteste davanti le sedi Cgil) è sembrato di un ottimismo un po’ fuori luogo, visto l’interlocutore;  quel governo Letta messo lì (come quello Monti) dai poteri eurocratici impegnati a spogliare il nostro paese a pari degli altri euro mediterranei. I ministri Giovannini e Zanonato avrebbero nientemeno assicurato un piano di investimenti pubblici per rilanciare la politica industriale del paese, volontà di mantenere in mano pubblica Finmeccanica, Fincantieri, Trasporti, allargare il cuneo fiscale alle imprese che investono in Italia ed assumono, rifinanziare gli ammortizzatori e la cassa in deroga integrandoli con il salario garantito e… cchiu pilu per tutti! Condivisibili le proposte sull’indirizzo dei fondi pensione a finanziamenti produttivi nazionali, così come il ricorso ai contratti di solidarietà ma pensiamo che la politica di questo governo in materia sia diametralmente opposta; ossia quella di favorire la speculazione internazionale (anche con i fondi pensione garantiti a suo tempo dalla Cgil) e adottare misure che accentuino la guerra tra poveri anziché la solidarietà tra lavoratori. Ciliegina finale l’apertura di credito a Renzi che approverebbe le proposte sulla rappresentanza sindacale avanzate da Fiom, poiché in sintonia con le primarie che hanno incoronato  il novello imbonitore;  eppure dovrebbero saperlo i rappresentanti come lo hanno ben imparato i lavoratori che la pannocchia si imburra.
Intanto proseguono in mezzo paese i blocchi del coordinamento 9 dicembre, ostinati quanto confusi,  mentre questo esecutivo scrediato (se non illegale, visto il pronunciamento della Consulta) mantiene intatte capacità di azione preventiva, andando a colpire selettivamente le componenti antagonsite che si stanno inserendo nelle mobilitazioni dell’Italia che si ferma; come hanno dimostrano le cariche agli studenti della Sapienza e l’arresto dei giovani compagni dell’Askatasuna. Per quanto delegittimati sono ancora capaci di  attuare strategie repressive, dare ordini e avere qualcuno che li esegue, con o senza i caschi. La criminalizzazione e fascistizzazione del movimento impropriamente definito dei Forconi, suggerite e rappresentate soprattutto sui media di sistema (in primis Repubblica e Corriere) possono esser letti come parte di questa strategia. Qualcuno sta certamente cogliendo l’opportunità che offrirebbe un esito reazionario dalle manifestazioni di questi giorni, una interfaccia sicuramente reazionaria da opporre al grillismo  ed al conflitto ben più pericoloso che si annuncia quando lo scontro avrà chiare connotazioni di classe. Ma per rilanciare ed accelerare l’auspicabile conflitto di classe occorre dare calci alle stampelle che oggi la dirigenza Fiom sembra  fornire ad un governo traballante.


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