lupo

lunedì 6 gennaio 2014

Jattura

Anche chi non condivide la nostra linea dovrebbe riconoscere che l’ipocrisia non ci appartiene e quindi non si sorprenderà se non ci accodiamo ai convenevoli di circostanza riguardo le condizioni di salute di Bersani, colpito da un aneurisma quando ormai marginalizzato dal Pd e dalla vita politica: quei convenevoli profusi da molti suoi nemici, dichiarati ed occulti, nel mentre si danno di gomito. Non  sappiamo se il suo malore sia imputabile allo stress provocato dalle sconfitte, dalle pugnalate dei suoi compagni di partito che impallinarono il suo candidato Prodi o dal fato cinico e baro. Probabilmente se il corso del destino  (o della volontà divina, per alcuni) può essere influenzato dal rito collettivo delle preghiere altrettanto potrà farlo il rito delle maledizioni e lui ne ha ricevute tante nel suo impegno sciagurato a trascinare il nostro paese nella seconda guerra di Libia. Questo è stato il male peggiore della sua carriera politica, ben più delle scelte di campo imputabili alla linea del suo partito, delle liberalizzazioni ininfluenti di cui  andava tanto fiero, delle metafore di dubbia sagacia; aver suonato le trombe a fianco di Sarkosy  (e di Hollande) ricattando e costringendo l’imbelle Berlusconi a partecipare alla carica, a concedere basi e truppe per un impresa che ha danneggiato il nostro paese e distrutto uno stato fino allora amico. Grazie al suo iperattivismo coadiuvato dai falchi oggi spennati del suo partito, oltre che all’atavica mancanza di palle di Berlusconi, entrammo in guerra con un paese con cui avevamo i migliori accordi commerciali per la fornitura di materie prime; spaccammo un vaso di Pandora i cui cocci ci cadranno in testa per decenni. Tutto questo per mettere in difficoltà il governo dell’amico di Gheddafi. Tuttavia il male non si augura a nessuno, neanche al suo sodale D’Alema che da segni di stress anche lui. Neanche a Gheddafi e Milosevic che impararono a loro spese quanti serpenti si nascondono nella grande famiglia dei socialisti.


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