lupo

venerdì 24 gennaio 2014

Sciopero Roal

La vicenda della Roal di Castelfidardo è uno dei tanti esempi di acquisizione da parte di aziende straniere per scappare col bottino. L’azienda negli ultimi 5 anni ha avuto un fatturato tra i 30 ed i 40 milioni di euro, un marchio riconosciuto in tutto il mondo, reparti di produzione anche  in Tunisia ed uffici vendite in America  ed Europa. Eppure la finlandese Efore l’ha acquisita per soli 10mln di euro e non per intero; degli asset e dello stabilimento di Castelfidardo se n’è disinteressata. Non solo,  di questi  10mln il 40% sono stati pagati in azioni. Efore è una società quotata in borsa che l’anno scorso ha fatturato 80mln di euro ma quest’anno sarebbe precipitata a 50mln di euro, se non fosse che con l’acquisizione della Roal ha messo a bilancio anche il fatturato italiano superiore ai 30mln di euro risultando così con un fatturato sostanzialmente stabile, molto importante per gli azionisti dell’azienda finlandese.
Il sospetto che sia solo una operazione finanziaria, che nell’era della globalizzazione e del libero mercato capitalista vanno tanto di moda ed hanno e stanno causando disastri immani, è forte. Il sospetto che sia un’operazione che tende ad appropriarsi del marchio Roal e delle tecnologie per sbarazzarsi dei lavoratori è altrettanto fondato.
Tanto più che la prima direttiva che viene dalla suddetta società è la cassa integrazione a zero ore preludio al licenziamento di ben 51 addetti su 146 dello stabilimento di Castelfidardo. E stavolta, a differenza del passato, si colpiscono tutti i reparti, non solo quelli produttivi. Inoltre alla richiesta dei sindacati di presentare un piano industriale dall’azienda è arrivata una risposta negativa.
Questa vicenda è comune a tante altre imprese in tutta l’Italia, eppure dalla politica non ci sono risposte su questi temi. Si continua a lasciar fare al libero mercato, all’Europa ed allo Spirito Santo che la politica ha altro a cui pensare, tipo come fare una nuova legge elettorale un anno sì ed un anno no per mantenere i posti di potere e cancellare le voci critiche (lo sbarramento all’8% c’è solo in Turchia in Europa e nemmeno Mussolini ed i fascisti erano arrivati a tanto). E necessario ed urgente un intervento pubblico nell’economia per frenare l’emorragia di posti di lavoro e rilanciare un piano industriale nazionale, ma se aspettiamo Renzi, Belusconi ed Alfano stiamo freschi che questi pensano solo a come mummificarsi nella poltrona con una bella legge elettorale ad hoc.

Mauro Cantori, segretario Rifondazione Comunista sezione W. Caimmi

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