lupo

venerdì 31 gennaio 2014

Banca ciao

a proposito di regali, pompini, scontrini....
I mezzi di informazione e le forze politiche di regime stanno mettendo in risalto soltanto la cagnara provocata dal sacrosanto ostruzionismo del Movimento 5 stelle al fine di oscurare gli ultimi provvedimenti del governo, sul terreno democratico ed economico, che esautorano ulteriormente la sovranità popolare. Non ci provocano nessuna avversione le forme vivaci ed in parte dure delle proteste di fronte a questa ennesima esibizione di squallido servilismodell’arco parlamentare, comprese le finte opposizioni; semmai ci provoca  repulsione sentire intonare ‘bella ciao’ dai lestofanti che oggi vogliono vendere il paese  mentre fanno asse con i tedeschi. Invece dal movimento di Grillo ci aspettiamo un salto di qualità: basta parlare di pompini e scontrini e basta confinare l’intervento nei postriboli parlamentari; occorre portare il popolo allo scontro, nelle piazze, percorrere e dirigere il conflitto nel paese. Un movimento ascendente se teme di convocare e dirigere la piazza, al momento buono, merita da questa di essere travolto o rischia di aprire alle svolte reazionarie. Il ruolo di cattivi e guastatori nel palazzo serve solo se viene agito come scranno propagandistico ma poi, per reggere l’urto nel paese, servono i quadri e le strutture militanti. Non si spazza via la casta soltanto prendendosela con la sua patetica rappresentanza ma sconfiggendo il suo sempre più minoritario blocco sociale nel paese.
E veniamo al merito. Con la sua pessima sceneggiata vittimista, la casta cerca di spostare l’attenzione pubblica dalle sue ultime porcate, quelle che fanno arrossire persino Calderoli. La legge elettorale, indipendentemente da qualche 0’5 in più o in meno, serve solo a garantire la governabilità e scongiurare la rappresentanza; malgrado la crescente astensione, forze politiche sfiduciate e minoritarie nel paese continueranno a coalizzarsi nell’interesse superiore dei loro mandanti per risicare un 50% grazie ad esorbitanti premi elettorali,  già condannati dalla Corte Costituzionale.
Intanto le banche ringraziano per la incassata patrimonializzazione (7,5 ml di euri) a cominciare da Intesa San Paolo ed Unicredit, rispettivamente a circa il 30% ed il 22% delle quote azionarie di Bankitalia (addirittura un piccolo salvagente sarà tirato pure alla nostra Banca Marche, sull’orlo  del fallimento). Il provvedimento è passato grazie alla foglia di fico dell’Imu, vero insulto all’intelligenza degli italiani, la cui soppressione è stata collegata al decreto ingrassa-banche e, meno, ad un gettito del 12% (altro regalo) da contabilizzare sulle plusvalenze. La Boldrini ci ha messo del suo impedendo l’esercizio dell’opposizione parlamentare, sia quella finta dei suoi sia quella più che motivata dei grillini. Fondi destinati ad incrementare i portafogli privati degli speculatori, se mai gli istituti arriveranno in futuro a vendere le quote eccedenti il 3%, come previsto, ma intanto sottratti alle emergenze ed al credito per l’economia reale. Una manovra effettuata anche in vista degli imminenti 'stress -test' predisposti dalla Bce; comunque niente a che vedere con un intervento pubblico camuffato ma una ennesima e manifesta concessione ai privati.
Nel mentre la Fiat trasferiva la sede legale in Olanda, per consentire agli Agnelli di mantenere la maggioranza senza investirci troppo e spostavano la sede fiscale in Inghilterra, per pagare meno tasse; la Elettrolux minacciava di  scappare in Polonia, pretendendo per i lavoratori italiani stipendi polacchi e…  consumi americani.
Le banche vanno nazionalizzate, non premiate, ed obbligate a finanziarie politiche economiche di indirizzo pubblico. Lo stato deve rilevare le produzioni in difficoltà, punire ed espropriare chi delocalizza o si trasferisce, favorire forme di autogestione operaia. Se le imprese vogliono andarsene all’estero, come la Roal,  liberi di farlo ma in mutande, dopo aver espropriato impianti e, quando possibile, confiscato capitali.


Nessun commento:

Posta un commento