lupo

mercoledì 15 gennaio 2014

Solidarietà ai lavoratori Roal


Osimo 5Stelle: “Solidarietà ai lavoratori della Roal che presidiano i cancelli”Esprimiamo la nostra vicinanza ai lavoratori della Roal di Castelfidardo che stanno attuando picchetti presso lo stabilimento di via Jesina  contro la procedura di mobilità riguardante 51 dei  143 lavoratori, i quali si aggiungono a precedenti  già messi  in  cassa integrazione a zero ore. L’azienda  realizzò una prima delocalizzazione in Tunisia nel 2007, mettendo alla porta  85 dipendenti  tra impiegati e operai con il pretesto di poter in questo modo mantenere il livello di occupazione  rimasto negli impianti locali.
Venne quindi rilevata dalla finlandese Efore, con sede ad Helsinki ed impianti in Cina che assorbono oltre 600 operai, la quale vuol procedere ad ulteriori tagli del personale e (probabili) ulteriori trasferimenti per  una lieve flessione di fatturato comunque positivo, a quanto dicono. Qui vediamo  con chiarezza, dopo la vicenda Best, le conseguenze sia dell’integrazione europea  che delle politiche di delocalizzazione e le conseguenze dello shopping di capitali stranieri. Il processo che si sta svolgendo sotto l’egida dell’euro e dei poteri  eurocratici altro non è che una gigantesca opera di concentrazione di capitali nel Nord Europa, realizzando in conseguenza la mezzogiornificazione dell’area euro-mediterranea.  I capitali  stranieri stanno già espropriando le nostre attività produttive, i settori appetibili, financo le nostre società partecipate. I nostri servili governanti  volevano vendersi pure le nostre spiagge. Domani si porteranno  via anche le proprietà strategiche, se non li fermiamo. Esproprio e concentrazione di capitali, ecco la loro integrazione.
Le delocalizzazioni  non servono a competere mantenendo  occupazione  meno “redditizia” anche qua, come raccontano, ma sono il preludio alla dismissione successiva e bisogna impedirle. Uno stato serio deve rilevare le attività in crisi, procedere a requisizioni di capitali ed impianti di quegli imprenditori e gruppi voraci che continuano a cercare il massimo profitto dove sono più bassi salari e tutele, deve attuare ampi piani di investimento pubblico tornando per questo a stampare moneta e favorire, ovunque ce ne siano le condizioni, forme di autogestione operaia garantendo materie prime e mercati.
Da questo lato il sindacato ancora non ci sente ed i lavoratori si sentono  impreparati ma oramai casi come questi - Merloni, Indesit, Best -  diventano la norma e vanno affrontati con soluzioni di piano complessive e drastiche che comportino uscita dall’euro, protezionismo, sovranità popolare e monetaria, nazionalizzazione di banche e settori strategici, oppure sarà un lento scivolare nel terzo mondo.
Lo sciopero dovrebbe continuare ad oltranza almeno per un mese; si annuncia una lunga lotta  dove tutti dobbiamo far sentire la nostra solidarietà attiva assicurando presenza ed appoggio ai picchetti.

Lotta di Unità Proletaria Osimo

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